Ballottaggio per le primarie francesi

Pubblicato il 12 Ottobre 2011 alle 12:00 Autore: Matteo Patané
Ballottaggio

[ad]È però dietro le due posizioni di testa che si è consumata la vera sorpresa di queste consultazioni. I sondaggi davano infatti in maniera unanime la Royal, con percentuali che si potevano spingere dal 12% al 17%.
E invece Ségolène Royal è stata letteralmente surclassata dal giovanissimo Arnaud Montebourg, il candidato espressamente più radicale e anti-sistema della rosa. Montebourg ha saputo cavalcare la crisi finanziaria e i timori sulla tenuta economica della Francia con un programma fortemente statalista basato sull’ingresso dello Stato nei CdA bancari e misure protezionistiche volte a difendere l’economia francese – ed in seconda battuta europea – dalla concorrenza cinese. Pescando proprio nel bacino elettorale della Royal il giovane avvocato della Loira è arrivato a racimolare quasi quattrocentocinquantamila preferenze, un bacino elettorale enorme in vista del ballottaggio. Dal punto di vista geografico Montebourg ha fatto incetta di voti nei dipartimenti della regione di origine, ed in generale ha mantenuto un andamento piuttosto costante da zona a zona, intercettando però voti nelle fasce giovanili della popolazione ed in generale nei movimenti di protesta della società civile.
Nessuna sorpresa, infine, dalle ultime due candidature, quella di Valls e quella del radicale Baylet, che hanno chiuso la classifica dei risultati delle primarie.

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Negli scenari prospettati dalle principali case sondaggistiche l’ago della bilancia sarebbe stata Ségolène Royal, politicamente più vicina a Hollande che alla Aubry. Il forte ridimensionamento della ex candidata all’Eliseo ha però sparigliato le carte in tavola, aprendo scenari completamente nuovi: la somma dei voti di Hollande e Royal non è infatti in grado di superare il 50% dei partecipanti al primo turno delle primarie, e quindi un appoggio della Royal al suo ex compagno non sarebbe per questi una garanzia di vittoria.
Gli occhi degli analisi si sono quindi spostati su Montebourg e sul suo mezzo milione di voti: un suo appoggio a Hollande chiuderebbe la competizione da ogni punto di vista, mentre un sostegno alla Aubry, pur non potendo dare certezze matematiche, farebbe pendere verso di lei la bilancia dei ballottaggi. E Montebourg pare proprio determinato a capitalizzare al massimo la propria golden share sulle primarie: dopo aver attaccato entrambi i contendenti e la loro politica, ha messo sul tavolo – tramite il portavoce Mandon – quattro richieste chiave in base alle quali darà indicazione di voto ai propri sostenitori.

Il tenore delle richieste (Sesta Repubblica, capitalismo cooperativo, protezionismo a livello europeo, controllo statale delle banche) rischia di essere tuttavia un boomerang per i due sfidanti al ballottaggio, e ripropone la forte tensione che si manifesta ad ogni appuntamento del genere: il voto partecipato e militante delle primarie tende a far emergere gli esponenti più estremi, laddove nelle elezioni reali nei sistemi bipolari è invece chi sa interpretare meglio le posizioni del centro ad aggiudicarsi la partita.

La rincorsa ai voti di Montebourg potrebbe quindi avere l’effetto di appiattire Hollande e Aubry verso sinistra, erodendone i consensi al centro e aprendo spiragli alla riconferma di Sarkozy alle presidenziali dell’anno prossimo. I due contendenti al ballottaggio dovranno dimostrare di essere in grado di intercettare il bisogno di sinistra evidenziato dai voti a Montebourg, facendo proprie le sue istanze programmatiche, senza che questo venga percepito come una minaccia dall’elettorato moderato; da questo punto di vista, ben più importante del volto del vincitore di domenica prossima sarà quindi il modo tramite cui tale vittoria sarà conseguita.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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