Eurostat: Eurozona fuori dalla recessione, tranne l’Italia
Sul piano della crescita in Europa, gli altri iniziano (finalmente) a sorridere, al nostro paese tocca ancora soffrire.
E’ questa la fotografia con retrogusto amaro che emerge dagli ultimi dati Eurostat sul prodotto interno lordo dell’Eurozona che nel secondo trimestre del 2013 torna a salire dello 0,3 % rispetto ai tre mesi precedenti.
Il dato è arrivato in qualche modo inaspettato, dal momento che le attese erano per un incremento dello 0,2%. In Italia, al contrario, il Pil del secondo trimestre resta negativo con un calo dello 0,2%.
Secondo il Commissario Ue degli affari economici Olli Rehn, come riportato questa mattina dal Corriere, “le riforme devono continuare”: sarebbe questo l’unico modo per “superare la crisi”. Una buona notizia, se non altro, è data dallo spread tra i rendimenti dei titoli italiani e tedeschi, che continua a scendere: 239 punti con un tasso decennale sul Tesoro a 4,21%.
Dopo i dati Eurostat è arrivata la reazione delle borse: ancora segni negativi, però, per Madrid, Londra e Milano, mentre migliorano Parigi e Francoforte.
I dati sul prodotto interno lordo dell’Eurozona parlano di una crescita e di una ripresa anche per quei paesi tradizionalmente considerati più in difficoltà (tranne l’Italia, s’intende). In Spagna, per dire, il Pil è in calo ma solo dello 0,1%, mentre migliorano il Belgio (+0,1%), l’Austria (+0,2%) e la Finlandia (+0,7%).
Sembra uscita dalla recessione anche la Francia di François Hollande che arriva ad un perentorio +0,5% rispetto al trimestre precedente e +0,3% su base annuale. Non si arresta, infine, la serie positiva fatta registrare della Germania, che cresce nel secondo trimestre dello 0,7% grazie ai consumi nel privato e negli investimenti nel settore costruzioni già annunciato dal ministro del Tesoro e dalla Bundesbank negli ultimi tempi. C’è da sperare che anche il nostro paese arrivi a risultati per lo meno soddisfacenti: sui tempi, però, fare ogni previsione sarebbe azzardato.