Non c’è solo il M5S a voler mettere in stato d’accusa Giorgio Napolitano, nel caso in cui decida di concedere la grazia a Silvio Berlusconi. Della stessa idea è Antonio Di Pietro, che parla in qualità di presidente onorario dell’Italia dei Valori.
“A nostro parere, se lei concedesse la grazia al Cavaliere, potrebbero profilarsi gli elementi per chiedere l’impeachment per attentato alla Costituzione. Noi non avremmo timore di fare questa denuncia ad alta voce in tutte le piazze”. Non fa giri di parole l’ex magistrato, dopo la nota di ieri, e affida le riflessioni al suo blog.
La considerazione di fondo, per Di Pietro, non cambia: ”Il nostro Paese continua ad essere ostaggio di Berlusconi. Infatti le priorità della classe politica e le relative attività non si concentrano sulla ripresa economica, sul dramma dei disoccupati, sulle pensioni da fame, sulla questione degli esodati, ma su come trovare un salvacondotto al Cavaliere” Per l’ex leader dell’Idv, il messaggio “irrituale” di ieri sarebbe la prova di “come il sultano di Arcore tenga in scacco le istituzioni“.
Di Pietro ricorda il valore umanitario della grazia (“in questa situazione, non vedo questioni umanitarie. Anzi, considerando tutti i processi a suo carico, servirebbe una grazia al giorno, anzi una grazia ad personam“) e sottolinea come, mentre all’estero un politico condannato sarebbe già stato costretto a dimettersi da ogni incarico, “In Italia persino il Capo dello Stato si scomoda per rispondere su una domanda di grazia che non e’ neanche stata presentata in modo formale“.
Per questa ragione, l’ex magistrato sceglie di rivolgersi direttamente a Napolitano: ”Signor presidente della Repubblica, lei rappresenta l’unità della nazione ed è il supremo garante della Carta: in nome di quei valori costituzionali le chiediamo di non concedere la grazia al pregiudicato Berlusconi”. Per il provvedimento non ci sarebbero i requisiti, ma soprattutto “sarebbe un’onta incancellabile per il nostro Paese, un’offesa a tutti i cittadini italiani e una macchia indelebile che finirebbe per coinvolgere la sua persona. Un vero e proprio schiaffo allo Stato di diritto e alla nostra storia repubblicana”.
Di Pietro è convinto che, qualora Napolitano concedesse la grazia a Berlusconi, si renderebbe “complice di un condannato per sottrarlo alle sue responsabilità penali“: per questo motivo, Di Pietro si dice disposto a denunciare in tutta Italia l’esistenza di elementi per chiedere la messa in stato d’accusa di Napolitano. Accusa che altri dovrebbero portare avanti: come è noto, infatti, l’Idv non è rappresentata in Parlamento.
Gabriele Maestri