Damiano: “Una cabina di regia per le priorità”
Le cronache politiche di questi giorni rendono difficile crederlo, ma sul tavolo del governo ci sono questioni diverse dall’agibilità politica di Berlusconi e dall’Imu. Ne è convinto il deputato Pd Cesare Damiano, che chiede all’esecutivo di definire le priorità.
In vista della riunione del Consiglio dei Ministri prevista per la prossima settimana. l’attuale presidente della Commissione lavoro di Montecitorio chiede “di convocare preventivamente una cabina di regia per mettere a punto le priorità complessive di medio periodo”.
Il punto della situazione per Damiano è necessario, al fine di non commettere scelte sbagliate sul piano della finanza pubblica, legate soprattutto alle polemiche delle ultime settimane. “Non è possibile, come pretenderebbe il centrodestra, che tutto si riduca all’Imu, con il rischio di assorbire la gran parte delle risorse disponibili per un solo obiettivo. La tassa sulla prima casa non deve essere abolita, ma rimodulata come prevedono gli accordi di governo”.
Per l’ex ministro del lavoro “Ci sono altre priorità da soddisfare e il paese aspetta risposte concrete, vista la drammatica situazione sociale esistente”. In cima alla sua lista di misure da adottare in fretta c’è il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga: per evitare che centinaia di migliaia di lavoratori restino senza reddito, occorrerebbe un altro miliardo e mezzo di euro per arrivare a fine anno.
Altre priorità riguarderebbero le pensioni: “Il governo deve dare adesso segnali precisi circa la strada che intende intraprendere per risolvere definitivamente il problema dei cosiddetti esodati, delle ricongiunzioni pensionistiche e dell’introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale”.
Per tutti questi interventi, naturalmente, occorre trovare le risorse: “Per questo – conclude Damiano – chiediamo con forza al governo una regia complessiva nella distribuzione delle risorse. Il tempo sta per scadere e non possono più essere lasciati nell’incertezza cittadini rimasti senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione. Una condizione di reddito zero non è socialmente sopportabile”.