In questo momento, nella politica italiana, nessuno può sapere con certezza quando si andrà al voto. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, su sua stessa ammissione non fa differenza.
“Le elezioni sono più lontane dopo l’intervento di Napolitano? Ci vorrebbe la sfera della verità, non lo so dire – ha risposto oggi ai giornalisti -. Penso però che i segnali che arrivano sono di un governo totalmente fermo che non ha avuto il coraggio di fare le cose basilari”.
Cos’avrebbe dovuto fare dunque l’esecutivo, secondo l’esponente leghista? “Ad esempio applicare i costi standard che avrebbero garantito 30 miliardi di euro che potremmo aver messo a disposizione del rilancio dell’economia e dell’occupazione”.
Per Zaia, dunque, l’azione del governo Letta è da bocciare per inesistenza. Esistono eccome, invece, le polemiche tra Umberto Bossi e Flavio Tosi, sindaco di Verona, dopo la sua autocandidatura a leader del centrodestra, subito sconfessata dal Senatùr che ha detto di preferire, nel caso, Marina Berlusconi.
“Penso che se tutti stessimo un po’ più attenti avremmo meno casini. Penso che i cittadini da fuori ci guardano per avere risposte alle loro domande” ha dichiarato, anche se il suo non è certo un attacco al compagno di partito: “Sulla candidatura di Tosi do un giudizio positivo, poi sarà il partito a definire le modalità. Penso che la vera partita si giocherà tra qualche mese”.+
Di quest’aspetto parla meno volentieri, Zaia, mentre preferisce criticare l’intero sistema dei partiti o, per lo meno, il loro atteggiamento: ”L’azione della regione è premiata proprio per le risposte che dà alle domande dei cittadini. I dibattiti dei partiti mi lasciano sempre più esterrefatto, visto che nella quasi totalità dei casi non sono produttivi”. Per fugare ogni dubbio sul sue eventuali velleità da leader, chiude la partita in fretta: “Ho talmente tante attività delle quali occuparmi che penso i veneti abbiano votato un governatore a tempo pieno e lo debbano avere fino all’ultimo giorno”.
Gabriele Maestri