Alla fine la “microseduta” della Camera, presieduta da Laura Boldrini, c’è stata, iniziata alle ore 13.10 circa. Non è durata due minuti, come temevano gli esponenti del MoVimento 5 Stelle, ma circa due ore, anche se il tempo è stato dato soprattutto dagli interventi dei gruppi.
In aula di deputati ce ne sono 104 (23 di loro sono del gruppo legato a Beppe Grillo, per il governo è presente il ministro per i rapporti col Parlamento Dario Franceschini (“Sono contento di vederla qui anche quando non c’è alcuna questione di fiducia in vista” è il commento di alcuni esponenti del M5S).
La seduta è stata convocata ai sensi dell’articolo 77 della Costituzione e dell’articolo 96-bis del regolamento della Camera: “La mia comunicazione all’Assemblea – ha precisato la presidente della Camera – è pertanto un adempimento espressamente dettato dalla Costituzione, anzi, un vero e proprio obbligo istituzionale, che si svolge secondo i principi stabiliti dall’ordinamento. Toccherà alle commissioni svolgere l’esame in sede referente secondo i tempi previsti dal Regolamento”.
Subito dopo è arrivato l’intervento diretto nei confronti dei deputati a 5 Stelle: “Ho voluto fare queste precisazioni con riferimento a talune recenti prese di posizione e polemiche del tutto artificiose in ordine alla convocazione odierna che non dà luogo pertanto ad alcuna forzatura né può prestarsi a qualsivoglia strumentalizzazione”. A questo proposito, la Boldrini cita vari precedenti, ritenendo che le polemiche siano state “del tutto inutili e pretestuose e non fanno che nuocere all’Istituzione di cui tutti facciamo parte e che rappresenta la più alta istanza democratica del Paese“.
Negli interventi successivi tiene il punto Walter Rizzetto (M5S) che lamenta la presentazione dell’ennesimo decreto legge, tra l’altro omnibus: “Cosa ci fanno all’interno del decreto del femminicidio disposizioni sul furto di rame?”; ma anche frodi informatiche e sviluppo dei paesi africani, come sottolinea il collega Carlo Sibilia, prima che il collega Roberto Fico dettagli l’elenco delle rubriche degli articoli del decreto.
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Queste osservazioni, però, non spostano l’obiettivo dal problema della “microseduta”. “La seduta di oggi, a un conto spannometrico costa 150mila euro – segnala Rizzetto -. Avremmo preferito che quei soldi fossero dati ai centri di violenza”.
Le ultime parole fanno immediatamente scattare la Boldrini: “Lei ha capito che è un obbligo costituzionale essere qui? Non parli di sprechi, questo è un esercizio democratico“.
A ribattere provvede la deputata 5 Stelle Giulia Sarti “Qui non è in ballo la legittimità di un atto dovuto, ma la percezione che si vuole dare ai cittadini, si vuol far credere che le camere siano chiamate a lavorare il 20 di agosto mentre non sta avvenendo”. Metà del governo è impegnato al Meeting, il regno delle grande intese e la passerella delle forze politiche, magari proprio in questa settimana troveranno una soluzione contro l’inevitabile decadenza dei lavori”.
Interventi sulla questione si susseguono, soprattutto tra il gruppo legato a Beppe Grillo e la presidenza: i deputati stellati lamentano una comunicazione distorta dell’attività parlamentare, la Boldrini ripete di continuo che la convocazione era un atto dovuto. A ben guardare, un dialogo tra persone che fingono di non capirsi.
Non manca lo spazio per una nota di colore: la fornisce il leghista Gianluca Bonanno definisce la Boldrini “Donna Prassede” e si lamenta per il contingentamento dei tempi di parola: “Perché ci dà solo due minuti? Cosa deve fare? Deve andare al mare?” Anche per lui i 150mila euro della seduta odierna sono uno spreco e si litiga persino sulla carta intestata (“Lei ha voluto far stampare i fogli con la dicitura ‘La Presidente’, avesse finito utilizzare la carta del suo predecessore avrebbe fatto una buona azione). “Lo sappiamo, non sa parlare senza insultare” ribatte stancamente la Boldrini (“Non è un’offesa, si legga i Promessi sposi).
Senza chiamare in ballo la letteratura, uno scontruccio più politico si era già avuto nella prima parte, con la deputata Sel Titti Di Salvo che ha accusato i M5S di avere “la responsabilità di non aver fatto nascere un governo”. “Boooh.. troppo sole” rispondono immediatamente dai banchi grillini. “Le ferie non le ho ancora prese, a differenza di altri… Non accetterò provocazioni” puntualizza la Di Salvo, prima di continuare. Da domani, probabilmente, potrà farlo.