Tensioni nel Pd verso il congresso
Nel giorno in cui l’attenzione maggiore dei media è per la discussa seduta della Camera di oggi, nel Pd le acque continuano a essere agitate.
L’avvicinamento progressivo al congresso (anche se non si conoscono ancora le date) inevitabilmente aumenta la tensione e non mancano le stoccate tra persone e correnti diverse scambiate a mezzo stampa.
Apre in qualche modo le danze Giuseppe Civati, intervistato dal Corriere della Sera. Quello che si prospetta come il più concreto concorrente di Matteo Renzi alla segreteria è certo che l’espressione di Letta “professionisti del conflitto” non fosse per lui: Il problema di Letta e del governo è politico. Il suo atteggiamento molto paternalistico degli ultimi tempi nasconde problemi interni a questa maggioranza, nata su logiche a dir poco discutibili. Il Pd prometteva un esecutivo di cambiamento e poi ha portato le larghe intese…”.
Quella frase di Letta, come altre, secondo Civati sarebbero solo un modo per svilire chi non è d’accordo con lui. “Mi dispiace che insista nel banalizzare chi ha idee diverse dalle sue. Oltre tutto le cambia. Adesso, per esempio, dice ‘legge elettorale subito’: per me ‘subito’ era tre mesi fa, quando con altri abbiamo proposto di anteporla alle riforme istituzionali. Avrebbe fatto meglio a dire che ha recepito le nostre posizioni. Senza riconoscimento reciproco, non si costruisce”.
Nel frattempo, non si sono spente le reazioni al documento precongressuale presentato ieri da Francesco Boccia, un’autentica scudisciata all’intera classe dirigente del Pd, accusata di immobilismo e “vecchiezza”. Molte le voci critiche ieri, che hanno accusato Boccia di voler fare un congresso sulle larghe intese, magari stabilizzandole, confondendo troppo il piano del governo e quello del partito.
Qualcuno ha voluto vedere in quello stesso documento uno stop preventivo a Renzi da parte dei “lettiani”. Oggi arrivano puntuali le smentite dei “fedelissimi” del Capo del governo (“Non ci possono essere documenti lettiani, non servono al Pd” ha precisato oggi il senatore Francesco Russo) e dei maggiori sostenitori del sindaco di Firenze: “Conosco talmente bene Boccia da escludere che nelle sue intenzioni ci fosse la costruzione di un documento in antitesi a Matteo Renzi – assicura l’emiliano Matteo Richetti – Sono convinto che Boccia voglia tenere insieme il sostengo al governo Letta e il necessario ricambio totale della classe dirigente del Pd. Non c’è alcuna sfida a Renzi”.
La sfida, casomai, sarebbe nei confronti di una parte consistente del gruppo dirigente: indiziati di “inadeguatezza” sarebbero dirigenti come Zoggia, Stumpo, Misiani, già al fianco di Bersani e ora vicini a Epifani. “Boccia non è contro Renzi ma al suo fianco nella battaglia per rinnovare il partito e dice che l’azione di Renzi non può essere vista come di contrasto a Letta”.
Nel frattempo, a pranzo si sarebbero visti a Palazzo Chigi Enrico Letta e il segretario del Pd Epifani: a tavola avrebbero fatto il punto sul lavoro del governo e sui prossimi provvedimenti, ma avrebbero parlato anche di questioni interne al partito: i due, su questo punto, sarebbero in sintonia. E il resto dei democratici?
Gabriele Maestri