Vacilla Boko Haram in Nigeria
Vacilla Boko Haram in Nigeria. Forse ucciso il suo delirante capo.
Non ci sono conferme ma nemmeno smentite, di conseguenza l’ipotesi avanzata dall’esercito nigeriano di avere ucciso, in combattimento, il leader militare di Boko Haram Abubakar Shekau.
Ad avvalorare la notizia, che ha decisive ripercussioni militari e politiche, sono soprattutto le mancate smentite a quasi una settimana da quando fonti dell’esercito hanno cominciato a fare circolare la notizia.
La morte di Abubakar Shekau è decisiva perchè Boko Haram, in questi ultimi tre anni è cresciuta enormemente sul piano militare piuttosto che su quello ideologico-politico. Solo pochi anni fa combatteva con machete, bastoni, coltelli.
Negli ultimi tempi invece ha fronteggiato polizia ed esercito federale nigeriano con armi automatiche, ingenti quantità di esplosivo, lanciarazzi e una certa capacità logistica e strategica.
Questa crescita è stata senza dubbio opera di Abubakar Shekau, 44 anni e una vita turbolenta alle spalle che lo ha portato nei primi anni duemila al fondamentalismo armato dopo aver conosciuto il leader spirituale del fondamentalismo islamico nigeriano, Mohamed Yussuf ucciso, anche lui, in una operazione delle forze armate nigeriane contro uno dei santuari della setta.
Abubakar Shekau subentra nel 2009 a Mohamed Yussuf alla guida del Movimento Armato e la data coincide, appunto, con l’inizio della crescita militare di Boko Haram.
Ma forse la morte di Abubakar Shekau coincide anche con la sua sconfitta politica all’interno di Boko Haram. Qualcuno sostiene addirittura che le forze di sicurezza nigeriane siano state messe sulle sue tracce dai suoi nemici all’interno della setta. Nelle scorse settimane, infatti, il nuovo leder spirituale, Liman Ibrahim, aveva fatto sapere che Shekau non era più il leader supremo, ma che il suo posto era stato preso da un rappresentante di un gruppo di comando composto da diversi leader.
Altri in Nigeria dicono che la morte fisica e politica di Shekau sia dovuta alla sua intransigenza totale al dialogo con il governo di Abuja. I nuovi vertici, invece sarebbero più aperti.
Al di là di tutte le speculazioni c’è però una verità oggettiva. Il terremoto politico all’interno di Boko Haram e le sue ultime sconfitte militari sono il frutto principale dell’iniziativa del governo federale e del presidente Goodlook Jonathan che ha lanciato una offensiva armata con migliaia di uomini nei tre stati nord orientali della Nigeria, cioè la patria della setta, ed ha lanciato nel contempo una proposta di dialogo con tanto di amnistia per i combattenti che depongono le armi.
Boko Haram ha subito il colpo. Lo hanno subito i suoi finanziatori e caldeggiatori interni che vanno cercati nell’èlite musulmana, politica e militare del Nord.
Boko Haram infatti è l’espressione di settori del Nord scontenti del potere vincente dei politici del Sud, di cui Goodlook Jonathan è espressione. Il presidente comunque ha un merito: da quando è a capo del governo federale ha smantellato la guerriglia nel Delta del Niger e ora ha assestato un colpo, forse decisivo, a Boko Haram nel nord.
Blog a cura di Raffaele Masto e della rivista “Africa, missione e cultura”