Agosto mese delle ferie (per chi può andare). Ma anche del Meeting di Comunione e Liberazione. Ossia della manifestazione che continua dal 1990 e che negli ultimi anni, anche grazie alla partecipazione di mezzo governo – specie negli anni in cui governava il centrodestra – attira puntualmente tutti i media nazionali, con una copertura che nessuna festa di partito oggi si sogna. Oggi se ne occupa – per contestarla alla radice – persino Beppe Grillo.
Il leader del MoVimento 5 Stelle infatti ha aperto oggi il suo blog con un testo dal titolo inequivocabile: Comunione e disperazione.
“Cos’è Comunione e Liberazione e cosa rappresenta per la politica italiana? – si chiede Grillo -. Perché ogni anno ministri e presidenti del Consiglio sentono la necessità di chiederne la benedizione andando in pellegrinaggio a Rimini come una volta i re con i papi?”
Il comico prova a darsi risposte, nel suo stile: “E’ un contenitore che ha accolto Andreotti (benedetto sia il suo nome) come una rockstar. Un movimento che ha protetto e riverito Forminchioni per decenni e che ora prende nel suo capace grembo gli ectoplasmi Letta e Lupi, due democristri dell’inciucio, oggi ribattezzato larga intesa, come chiamare escort una prostituta”.
L’ultima accusa, tuttavia, è la più ficcante, oltre che la meno coreografica: “Comunione e Fatturazione è un’ingerenza ecclesiale nella politica. Chi la protegge fa carriera, diventa un intoccabile, e CL ricambia sempre con affetto peloso”.
Prima vittima di tutto questo, come si diceva, sarebbe la città di Rimini. Lo mostra la lettera di un cittadino riminese, che il blog pubblica subito dopo lo scritto di Grillo: in quel testo, la kermesse è analizzata da tutt’altro punto di vista, che nessun giornale adotterebbe facilmente. A parte le battute dettate dalla cronaca giudiziaria (“Se questi sono una mandria di Formigoni chi paga le cene e gli alberghi? Finisce che si fanno compilare fatture, ricevute e poi perdono tutto”), le critiche sono soprattutto politiche, ai “Giano Bifronte” del governo in carica.
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“Avere Formigoni, Lupi e Letta sotto lo stesso tetto fa tremare – si legge nella lettera di Davide Cardone -. CL ha dato un nuovo significato alla parola ecumenico, da ieri è: coloro che non hanno schifo di nulla“.
Non piace Letta (che “promette assurdità a livello nazionale, ma si impiccia anche degli accadimenti locali) e non piace l’atteggiamento di Cl: “Molti di loro ritengono una cosa contro natura l’amore tra persone dello stesso sesso, ma non si fanno scrupolo a favorire un nugolo di politici che si strusciano senza ritegno l’un con l’altro”.
Cl a parte, in casa pentastellata occorre far fronte a un altro possibile problema. Oggi, su Repubblica, la deputata Pd Alessandra Moretti ha sostenuto che in caso di naufragio del governo Letta per la defezione del Pdl, tra i parlamentari M5S ”qualcuno potrebbe cambiare idea, in numero sufficiente per dar vita a una nuova maggioranza“. Dando i numeri, a Palazzo Madama i possibili transfughi sarebbero addirittura una trentina.
Sulla questione sono intervenuti dal MoVimento, a partire dal vicepresidente a Montecitorio Luigi Di Maio: “I nostri senatori sono meno di 50: se quasi i due terzi del gruppo fosse pronto a passare al misto, avrebbero la maggioranza anche per cambiare il nome al gruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, dettarne la linea, etc. Così non è stato“. Quello della Moretti sarebbe solo un tentativo: “Faranno di tutto per non tornare a casa, di tutto. Anche salvare Berlusconi”. Sulla stessa linea il capogruppo al Senato Nicola Morra: “Quella frase mi ricorda titoli di qualche mese fa, in cui si sosteneva che era prossima la diaspora di 20/22 di noi per un nuovo gruppo stampella all’esecutivo Letta. E poi? Cosa e’ successo? NIENTE. Ora ci riprovano”.
Gabriele Maestri