Non si sarebbe parlato solo di Berlusconi nell’incontro di ieri tra Letta e Alfano: l’Imu e il suo destino sarebbero stati al centro di quel momento di confronto acceso e forse qualche soluzione si è trovata, anche se le distanze restano.
Oggi dice qualcosa di più il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio: intervistato al Meeting di Rimini, fa capire che la soluzione ci sarebbe a partire dall’anno prossimo, con una “service tax” che colpisca di più i proprietari di seconde case (e non solo), con un occhio di riguardo per le prime abitazioni più modeste.
‘Ritengo – ha spiegato il ministro – che possa essere esentato il 70% degli italiani meno abbienti”. Il tutto grazie a questa service tax che, nei progetti, dovrebbe perseguire l’equità separando rifiuti dalle due componenti della tassa immobiliare (una per i proprietari e una per gli affittuari).
Le differenze peraltro restano e la questione probabilmente sarà ancora studiata in sede di legge di stabilità: “C’è ancora differenza di impostazione nella maggioranza – spiega Delrio – tra chi vuole una copertura completa per togliere a tutti l’Imu sulla prima casa e chi vuole concentrarsi sul 70% degli italiani e far pagare al 30% dei cittadini che se lo possono permettere. Io sono per questa seconda opzione”.
Da ultimo, il ministro ha lanciato un messaggio molto chiaro al Pdl che continua a chiedere l’abolizione totale dell’imposta sulla prima casa: “Il Paese non può permettersi in questo momento di buttare 1,5 miliardi di euro con l’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa: credo che i cittadini facoltosi possano permettersi di pagare 400 euro l’anno, e’ meno di un abbonamento a una tv privata”.
Ieri sera a Palazzo Chigi, invece, non si sarebbe parlato di come evitare l’aumento dell’Iva: non è detto, a questo punto, che la questione sia inserita nello stesso decreto previsto per mercoledì.
Gabriele Maestri