Una serata dalle due facce per le uniche due squadre italiane impegnate nei playoff di Europa League, Fiorentina e Udinese, due grandi protagoniste della scorsa stagione.
Gioia e rabbia, tranquillità e quasi rassegnazione: questi sono gli stati d’animo che si respirano a Firenze e Udine.
Zurigo Viola.
La trasferta in Svizzera contro il Grasshopper era stata descritta come assai insidiosa e già si stava cominciando a maledire l’urna di Nyon. Ma per gli uomini di Montella, ad eccezione di un calo nel finale, si è trattato di un impegno per nulla difficile vista la brillante prestazione.
Anzi, si è vista una superiorità netta dei Viola, che hanno controllato quasi tutta la partita. La coppia Gomez-Rossi sta cominciando a girare alla grande e c’è da giurarsi che scombussoleranno le difese avversarie già da questo week end: Maran e il suo Catania molto argentino sono stati avvisati.
La Fiorentina parte subito a mille, il tutto lascia presagire ad un goal imminente, viste anche le disattenzioni elvetiche. Rete che arriverà al 13’: Gonzalo Rodriguez, dimenticato da tutti gli undici del Grasshopper, fa partire un lancio verso il “velocista” Cuadrado che, sulla corsia di destra, entra in area e scaglia un missile verso la porta dell’incolpevole Burki. E’ subito 1 a 0.
Ci si aspetta una reazione da parte della squadra di casa, ma non arriva neppure dopo l’intervallo. Sono i Viola a dettare legge, con Gomez che spreca l’occasione del raddoppio, e con Aquilani, Ambrosini e Borja Valero che salgono in cattedra. Il 2 a 0 arriva al rientro in campo: Rossi cerca Gomez, che si invola in area, salta il portiere ma il suo tocco finale viene anticipato da Grichting, che insacca nella sua porta.
Al 19’, disattenzione fatale: calcio di punizione per il Grasshopper, difesa Viola mal schierata, Anatole anticipa Neto di testa. Da quel momento la Fiorentina perde sempre più metri, con gli elvetici che sembrano un’altra squadra, ma arriva il fischio dell’arbitro sloveno Jug. Ottimo risultato in trasferta per la Fiorentina.
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Mai più a Trieste.
A questo avranno pensato i numerosissimi tifosi friulani al seguito dell’Udinese pure nell’”odiato” capoluogo di Regione.
La serata del Nereo Rocco, stadio dei bianconeri visti i lavori per il nuovo “Friuli”, sarà a lungo ricordata come tra le più sfortunate degli ultimi anni.
Lo Slovan Liberec, squadra della Repubblica Ceca, terza nel suo campionato, non ha certamente giocato meglio dell’Udinese. Il risultato mente: sono stati 90’ nei quali i bianconeri friulani hanno fatto soffrire gli avversari. A partire dal 6’, con la trasferta di uno scatenato Muriel.
Cinque minuti dopo è il capitano Totò Di Natale a far impensierire Kovar con una punizione che sfiora il palo. La beffa al 16’: gamba tesa di Rybalka che si libera di Allan e fa partire un sinistro all’incrocio dei pali, Kelava beffato, è vantaggio Slovan. Il pareggio per i bianconeri arriva non si fa attendere, e parte dai piedi del capitano bianconero che crossa in area, trova Gabriel Silva che, con una pregevole sforbiciata trafigge il portiere ceko.
Si va negli spogliatoi sull’1 a 1, per nulla consapevoli di quanto accadrà alla ripresa. Lo Slovan infatti, si riporta in vantaggio al 4’, grazie ad un erroraccio della coppia Danilo-Hertaux. Quindi di nuovo Udinese, con Lazzari che si sbrana un goal già fatto, e i pali di Basta e Danilo. E come nelle peggiori delle serate, arriva la beffa: il 3 a 1, ancora con una prodezza, questa volta di Kusnir. E’ buio fitto per l’Udinese, costretta alla “partita della vita” tra una settimana in Repubblica Ceca.