Viene riassunto nelle poche righe della nota finale di Angelino Alfano il lunghissimo incontro di ieri che si è tenuto a Villa San Martino ad Arcore tra Silvio Berlusconi e i maggiori esponenti del Pdl, in procinto di ritrasformarsi in Forza Italia.
Pur nel ventaglio di posizioni diverse tra “falchi” e “colombe” ben noto prima dell’inizio della riunione fiume, è uscita una posizione assolutamente compatta sulla necessità di garantire piena agibilità politica a Berlusconi.
Identità di vedute anche sul rispetto degli impegni di governo che secondo il partito erano alla base dell’esecutivo di Letta. Primo tra tutti, l’abolizione dell’Imu sulla prima casa.
“Tutti insieme – recita la nota di Alfano – rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare”. Nelle massime istituzioni della Repubblica, intuitivamente, è compreso il Quirinale, per cui è presumibile che nei prossimi giorni vi sia un nuovo incontro tra Giorgio Napolitano e vari esponenti del Pdl, che restano ben fermi nella loro posizione: una soluzione al problema “creato” dalla sentenza della Cassazione va trovata, a ogni costo.
Per il partito, infatti, esiste una “questione democratica che deve essere affrontata”: dev’essere garantito “il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi”. La nota fa capire chiaramente che non sarebbero in ogni caso considerati sufficienti tutti i parlamentari eletti nelle Camere senza il loro leader: l’ipotesi della decadenza di Berlusconi dal mandato senatoriale, infatti, viene definita “impensabile e costituzionalmente inaccettabile”.
Altrettanta convinzione (con un monito stavolta rivolto soprattutto a Palazzo Chigi e alle forze politiche che sostengono il governo) viene espressa circa il “necessario rispetto degli impegni programmatici assunti dal Governo a partire dall’abolizione dell’Imu su prima casa e agricoltura. Non c’è più tempo per rinvii e dilazioni”.
Da ultimo, per scacciare ogni sospetto di possibili divisioni all’interno del partito, la nota precisa: “Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi, a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica”. Le prossime mosse ora toccano al Pd (che però ha già dato un primo stop con Zoggia, per il quale è “impensabile che non si rispettino le sentenze”), poi sarà il Pdl a scegliere eventualmente di passare ai fatti, anche aprendo una crisi di governo.