Matteo Renzi candidato anti-Letta
Il fondatore dello scoutismo Sir Robert Baden-Powell, nell’ultima lettera indirizzata ai milioni d’iscritti, si congedò con queste parole dal mondo e dalla sua amata creatura: “Siate pronti così, a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra promessa di esploratori, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo”.
Ora è risaputo come Matteo Renzi sia stato in passato un giovane esploratore, cosa che per lui è sempre stata un vanto. Tant’è che, secondo le ultime indiscrezioni, il sindaco di Firenze si sia ricordato delle parole di Baden-Powell.
Ovviamente il “siate pronti” (estote parati) sarebbe indirizzato ai parlamentari a lui vicini e allo staff che lo segue ormai da qualche anno. Perché è vero che la data del congresso ancora non c’è, ma il rottamatore – pur con le dovute cautele del caso – non intende farsi coinvolgere nell’attendismo del Nazareno.
Per questo motivo, la possibile candidatura renziana alla segreteria democratica potrebbe arrivare proprio alla fine di questo mese tribolato, nei giorni in cui si è aperta ufficialmente la pre-crisi di governo, prima della caduta quasi certa di settembre (le prime prove di convivenza si terranno il 9, giorno della prima seduta della giunta delle elezioni, che valuterà il dossier Berlusconi).
Inoltre un tweet del deputato Dario Nardella – renziano di ferro – fa respirare aria di crisi settembrina. In un post del 9 agosto, infatti, scrive: “Ho votato la fiducia al governo per risanare l’economia del paese non per offrire salvacondotti a chicchessia”. Tradotto: concedere “agibilità” politica al Cavaliere significherebbe commettere un errore fatale (che avrebbe il sapore di scissione).
Renzi vuole attrarre il fronte anti-Letta all’interno dell’elettorato di centrosinistra – che rimane folto – e allo stesso modo spronare i suoi sostenitori che fremono nel vedere al più presto a Palazzo Chigi il loro cavallo migliore, quello che secondo i pronostici batterebbe lo stallone di Arcore.
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