E’ terminata da poco la conferenza stampa di Enrico Letta e altri membri del Governo seguita alla riunione del Consiglio dei ministri che questo pomeriggio ha approvato un decreto legge e un disegno di legge per riorganizzare e modernizzare la Pubblica amministrazione, affrontando prima di tutto il problema dei precari.
“Vogliamo dare una soluzione strutturale del problema del precariato” ha spiegato Letta, illustrando alcune delle misure contenute nei due documenti approvati oggi. “Vengono tipizzate e ridotte le forme di lavoro flessibile e abbiamo introdotto alcune barriere per evitare che si ripetano scorciatoie per le assunzioni nella PA senza concorso, in passato troppo usate”.
Questo comporta, tra l’altro, l’avvio di “un processo di parziale inserimento di precari, previa procedura altamente selettiva, nel rispetto della Costituzione: ci adopereremo perché nella fase di conversione e applicazione del decreto avvenga il censimento di tutte le situazioni di precariato nella Pubblica amministrazione”.
E’ toccato al ministro Giampiero D’Alia precisare meglio le misure introdotte per decreto: “Innanzitutto il contratto normale della PA sarà a tempo indeterminato, i contratti a termine dovranno essere eccezionali, vale a dire solo per esigenze che siano davvero temporanee. Le procedure selettive per i precari riguarderanno chi, negli ultimi 5 anni, vanti almeno tre anni di lavoro precario in un’amministrazione, perché possano essere assunti i migliori”.
Il decreto affronta poi un altro grave problema, quello dei vincitori di concorso poi non assunti dalle amministrazioni: “Abbiamo introdotto l’obbligo di assumere tutti i vincitori di concorsi che, magari per blocco di assunzioni o del turnover, non hanno trovato ingresso nelle pubbliche amministrazioni – ha precisato il ministro -. Questa decisione in parte riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti”.
Sul fronte lavorativo, da segnalare anche l’assunzione presso le pubbliche amministrazioni dei testimoni di giustizia e l’assunzione di mille vigili del fuoco: “Un investimento – ha ricordato letta – su quelle parti di PA che sono vicine ai cittadini e che sono importanti per la tutela del territorio”.
Nel Consiglio dei Ministri si è parlato anche di efficienza dell’amministrazione, che passano anche attraverso norme per coprire in modo più snello le carenze di personale amministrativo nei tribunali e, soprattutto, una razionalizzazione del sistema delle società partecipate (obbligandole a trasmettere tutti i dati della loro attività al ministero della funzione pubblica), per evitare che quelle realtà siano un modo troppo facile per eludere l’accesso per concorso come da articolo 97 della Costituzione.
Sul piano della riduzione della spesa, è stato previsto anche il taglio del 20% delle “auto blu”. Un fenomeno che dev’essere monitorato: “I dati in nostro possesso che riguardano il 70% delle amministrazioni – ha specificato D’Alia – parlano di una spesa annua pari a oltre un miliardo per le ‘auto blu’ e 1,2 miliardi per le consulenze esterne, cifre che non possiamo assolutamente permetterci. Non solo abbiamo ridotto tendenzialmente i costi, ma obblighiamo le amministrazioni a trasferirci tutti i dati per fare interventi più precisi”. I dirigenti che autorizzeranno spese extra, rispetto alle regole previste dal decreto, saranno puniti: “Quelle spese le pagheranno di tasca loro”.
Altre misure, a fini di trasparenza, hanno previsto la concentrazione dei compiti di prevenzione e lotta alla corruzione nella Civit, rendendo più autonoma questa commissione (mentre la valutazione dei dipendenti pubblici passa all’Aran). Presente anche la ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza che ha annunciato una maggiore autonomia degli enti di ricerca per semplificare l’immissione in ruolo dei ricercatori.
Da ultimo, attenzione anche per l’uso dei fondi strutturali europei, che l’Italia è accusata da tempo di spendere male (e solo parzialmente). “Anche questa volta non riusciremo a usare, in questi sette anni, i fondi strutturali – ha ammesso Letta -. Nel decreto, e’ prevista una misura che razionalizza la struttura, il dipartimento, l’agenzia accorpata al Consiglio dei ministri che diventa il titolare dell’impulso sui fondi europei: puntiamo così a usare tutte le risorse dei fondi strutturali del periodo ’14-’20, grazie a 120 assunzioni qualificate di alto livello che faremo con selezione molto rigorosa, saranno persone con esperienza europea”.
Gabriele Maestri