Continua il dibattito intorno alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi: leggiamo le opinioni di Gustavo Zakrebelsky e Pierferdinando Casini.
Secondo l’opinione di Gustavo Zagrebelsky, giurista e giudice della Corte costituzionale dal 1995 al 2004, non ci dovrebbe essere nessuna mediazione.
Secondo Zagrebelsky “era tutto prevedibile. Per anni si è creduto di tenere sotto controllo un conflitto che, alla fine, si dimostra non componibile con un compromesso. Non è componibile, perché sono in gioco non interessi politici tra cui può esserci mediazione, ma principi ultimi che o si rispettano o si violano”.
Il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky: ”l’uguaglianza di fronte alla legge varrebbe per gli uomini comuni, come siamo tutti noi. Lui, però, è un megantropo. Applicargli la legge comune sarebbe come chiudere ipocritamente gli occhi di fronte alla realtà. Ma, dicendo cosi, si finisce per denunciare una stortura ancor più grave: l’aver lasciato crescere nella democrazia un corpo estraneo”.
L’ex giudice della Corte Costituzionale aggiunge quindi che ”il Senato, pacificamente, è chiamato a prendere atto della sentenza e delle sue conseguenze e, per questo, ci sarà un voto. Trattandosi d’una presa d’atto, l’esito dovrebbe essere scontato, non potendo implicare una valutazione nel merito della sentenza di condanna”.
Quanto all’ipotesi di grazia per Berlusconi, Zagrebelsky si chiede: “in questo caso la grazia sarebbe un atto di unità? Non fomenterebbe, invece, profonde reazioni, come si dice, divisive?”
Diversa l’opinione del leader Udc Pierferdinando Casini secondo cui la questione della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore ”non può essere trattata come un atto ordinario”.
Casini: ”mi meraviglio che ci sia nel Pd chi vuole fare in fretta senza prendere in considerazione le opinioni di Onida, Capotosti, Violante, D’Onofrio. Personalità diverse, ma di sicuro non berlusconiani” ritengano ”che la giunta, in sede giurisdizionale, possa investire la Consulta della questione”.
Casini si rivolge anche al Pdl: ”La minaccia dei falchi del Pdl è inaccettabile, non si può dire ‘o votate cosi oppure salta tutto’, non siamo ai saldi dello Stato di diritto. Detto questo, proprio a garanzia di un percorso serio, è giusto pretendere che la giunta del Senato non sia un plotone d’esecuzione”.
Inoltre Casini avverte: ”I falchi pensano di rompere e di vincere le elezioni. Ma ci saranno le elezioni? E’ tutto da vedere. Siamo ancora una repubblica parlamentare e, quando un governo cade, si vede in Parlamento, in questo caso – evidenzia – in Senato, se è possibile formare un’altra maggioranza. Per un Letta bis e per altre ipotesi”.
Casini quindi sottolinea come ”gettare il Paese nel caos con una crisi al buio sarebbe un atto folle di autolesionismo” e si dice ”convinto che, dopo una meditazione approfondita, Berlusconi per primo capirà che le sue convenienze personali coincidono con quelle del Paese”.