Il Professore torna in cattedra
Dopo la caduta del Governo da lui guidato nel Gennaio 2008, Romano Prodi si era notevolmente defilato dalla scena politica Nazionale, limitandosi a sporadiche apparizioni e concentrandosi prevalentemente sulla sua attività di Professore e di Presidente del gruppo di lavoro ONU-Unione Africana. Questa settimana abbiamo tuttavia assistito al “ritorno in cattedra” del Professore, che Martedì è andato in onda con la prima delle tre puntate di “Il Mondo che verrà”, una trasmissione in onda in seconda serata su La7 in cui Prodi, intervistato dalla giornalista Natascha Lusenti, si confronta con alcuni studenti dell’Università di Bologna e parla dei possibili sviluppi dell’Economia Mondiale nei prossimi decenni.
[ad]Nella prima puntata, dal titolo “La sfida dei Continenti”, Prodi ha illustrato come stiano cambiando gli equilibri ed i rapporti di forza tra le diverse aree socio-economiche, in virtù non solo della crescita del PIL, ma anche delle nuove esigenze energetiche ed alimentari. E’ stato molto interessante il modo in cui Prodi ha illustrato, ad esempio, come alla fine, proprio in virtù del mutamento delle abitudini alimentari dei Paesi che stanno crescendo maggiormente, come vi siano maggiori necessità di spazi agricoli e di come, quindi, un tema primordiale come quello della lotta per la terra, sia un tema sempre strettamente attuale. Non da meno è stata la rassicurazione del Professore su come difficilmente l’Euro verrebbe affossato, anche perchè la cosa non converrebbe a nessuno, così come la delineazione degli strumenti per affrontare la crisi Greca – e degli altri Paesi – e molte altre considerazioni sullo stato dell’Economia Mondiale.
Romano Prodi ha fatto quindi il suo ritorno al “grande pubblico Italiano”, se così si può dire, con un programma decisamente di nicchia ma che si è rivelato estremamente interessante, chiaro e ben fatto ed in cui Prodi ha dimostrato che se in questi anni non ha partecipato all’agone politico è stato ben attento, invece, alla politica Mondiale, dando una notevole attenzione ai mutamenti della geopolitica ai quali stiamo assistendo.