Emergono nuove tensioni nel governo Spagnolo in seguito all’annuncio da parte del leader di Podemos, Pablo Iglesias, di voler spingere per una trasformazione in senso repubblicano dello stato Iberico.
L’argomento ha creato una divisione all’interno della maggioranza in quanto il PSOE (di centro-sinistra), presieduto dal Capo del Governo Pedro Sanchez, si è schierato in difesa dell’attuale assetto istituzionale della Spagna che, attualmente, è una Monarchia parlamentare.
Gli Antefatti
Iglesias, che detiene anche l’incarico di vice-presidente del Governo, ha dichiarato alla direzione nazionale del suo partito che è necessario prendere atto della crisi dell’istituzione monarchica per spingere il Paese verso una transizione repubblicana.
Il tutto è avvenuto dopo una serie di scandali che hanno investito la Monarchia e che sono culminati con la decisione da parte del Re Emerito, Juan Carlos, di abbandonare il Paese in seguito ad alcune vicende giudiziarie relative ad accuse di riciclaggio di denaro e corruzione.
Il leader di Podemos ha dichiarato che la Monarchia è stata complice di un sistema economico fallimentare e che i giovani spagnoli non riescono a comprendere la necessità di una simile istituzione, i cui membri appaiono essere al di sopra della legge. Ha però anche ammesso che, al momento, non vi è una maggioranza sufficiente fra i partiti per approvare un cambiamento così radicale della Costituzione.
La questione è emersa in seguito ad una proposta di Podemos al Congresso dei Deputati volta a richiedere un sondaggio per testare l’opinione dei cittadini Spagnoli sull’istituzione della Monarchia. Il voto parlamentare si è rivelato necessario in quanto il partito di sinistra ha specificatamente richiesto che l’analisi venisse effettuata dal CIS (Centro di Investigazioni Sociologiche) che dipende direttamente dal governo e che non pone domande sulla Monarchia dal 2015.
La proposta è stata rigettata mercoledì 16 Settembre con ben 274 voti, fra cui quelli del PSOE e dei partiti di opposizione di centro-destra (Partito Popolare, Ciudadanos) e di destra (Vox). Hanno votato a favore, oltre a Podemos, anche i partiti regionalisti e nazionalisti, per un totale di 72 voti.
Le Reazioni
Il partito di sinistra presieduto da Pablo Iglesias, nonostante la sconfitta in Parlamento, ha espresso entusiasmo per il fatto che si sia potuto discutere del tema della Monarchia all’interno della Camera Bassa. Anche Marta Rosique, deputata del partito repubblicano e indipendentista Catalano Esquerra Republicana de Catalunya ( Sinistra Repubblicana della Catalogna, ERC), ha condiviso la soddisfazione di Podemos, ma non ha rinunciato a fare alcune critiche. La Rosique ha infatti accusato il partito di Iglesias di aver presentato la proposta sotto forma di una Proposicion no de Ley (ovvero una risoluzione che non ha carattere di legge) e di non aver portato in Parlamento la battaglia per un referendum sulla Monarchia.
Forte opposizione è arrivata anche da figure illustri all’interno del PSOE, come l’ex-Primo Ministro Felipe Gonzalez, che definisce la proposta di Iglesias come “il seme dell’autodistruzione del Paese in quanto Stato Nazionale”. Ha dichiarato anche di preferire questa Monarchia, che egli qualifica come “repubblicana”, in quanto esclusivamente rappresentativa e senza potere esecutivo, alla proposta di una repubblica plurinazionale che spezzerebbe l’unità della Spagna. Gonzalez ha anche ricordato come molte delle democrazie più ricche e sviluppate hanno un monarca come Capo di Stato.
Il PSOE si posiziona dunque in difesa dell’attuale Costituzione, e identifica nella Monarchia un elemento fondamentale per l’unità dello Stato Spagnolo.
La questione “Monarchica”, inoltre, si aggiunge a un contesto di tensioni forti già presenti nel Governo. Podemos e il PSOE, infatti, sono ancora in disaccordo sulla legge di Bilancio: se da un lato il PSOE vorrebbe trattare col partito liberale Ciudadanos e vorrebbe evitare un innalzamento della pressione fiscale, dall’altro Podemos insiste per trovare un accordo con l’ERC e coi repubblicani Baschi di EH Bildu, oltre che per rivedere l’attuale tassazione con eventuali aumenti per i ceti più agiati.
I Sondaggi: Monarchia o Repubblica?
Secondo i sondaggi, la proposta di un referendum sulla Monarchia sarebbe appoggiata dal 56,5% degli Spagnoli, con percentuali di supporto di oltre il 90% fra gli elettori dei partiti indipendentisti e di Podemos. Dall’altra parte dello spettro politico, gli elettori di destra di Vox e di centro-destra del PP rifiutano il referendum con percentuali superiori all’85%, mentre i contrari fra i liberali di Ciudadanos si fermano a circa il 65%.
Nonostante ciò, se gli elettori venissero chiamati alle urne, il 48% voterebbe per la Monarchia contro il 47,6% che voterebbe per la Repubblica e il 4,3% che non sa o non si esprime. Un margine di vantaggio non molto alto, ma che inverte completamente la tendenza di luglio e agosto, in cui il supporto per la Repubblica aveva raggiunto picchi di circa il 55,5%.
Fra coloro che supportano la Monarchia vi sono ancora gli elettori di Vox (89,8%) e quelli del PP (88,7%). I monarchici sono anche maggioritari fra gli elettori di Ciudadanos, ma in percentuali minori (72%). Rimane invece oltre il 90% il supporto per la Repubblica fra gli elettori dei partiti indipendentisti e di Podemos.
Interessante è invece il caso degli elettori del PSOE. Nonostante il partito di Pedro Sanchez abbia rigettato la proposta di Iglesias e si sia schierato in favore della Monarchia, la maggioranza dei suoi elettori sembra essere a favore di un Referendum (73,2%) e addirittura vicino a posizioni repubblicane (66,9%).
Interessanti anche i dati dal territorio: nei Paesi Baschi e in Catalogna, in cui sono forti i movimenti indipendentisti, la Repubblica è nettamente in vantaggio. Nel Sud, nella regione dell’Andalusia, la popolazione sembra più divisa, con aree a leggeri vantaggi per l’uno o l’altro fronte. L’elettorato monarchico sembra invece più forte nelle zone di Castiglia e Leon e nella regione della Murcia.
L’affermazione di Iglesias riguardo al fatto che i giovani tendano a preferire la Repubblica sembra essere accurata: infatti fra coloro che hanno meno di 35 anni il supporto per la Monarchia si ferma al 44,2% mentre i repubblicani sono rilevati al 51,7%. Fra gli elettori fra i 35 e i 55 anni il 50,5% preferirebbe la Repubblica, mentre il 44,7% sarebbe contrario a un cambiamento dell’attuale forma di governo.
La situazione cambia nell’elettorato più anziano (over 55), con il 57% di monarchici e il 37,6% di repubblicani.
La Monarchia sembra anche essere più popolare fra gli uomini (con un supporto del 50,9% contro il 45,7% per la Repubblica) che fra le donne, tra le quali il 50,4% supporta una riforma dello Stato in senso repubblicano mentre il 43,5% preferirebbe mantenere l’attuale status quo.