Tassa sulla pizza e la crisi economica diventa crisi sociale
Secondo le stime di Confartigianato le piccole imprese potrebbero venire affossate dall’arrivo della Tares. Le attività più colpite saranno le pizzerie al taglio, i panifici, le pasticcerie e l’umore degli italiani.
Fino a quattro anni fa una classica famiglia italiana si poteva permettere il lusso di cenare al ristorante o in una pizzeria un paio di volte al mese ma, a causa della crisi, la popolazione ha dovuto operare dei drastici tagli sulle spese domestiche superflue. Ovviamente, non potendo ridurre le spese necessarie, la madre ha dovuto dire ai propri figli: “Ragazzi sabato non andiamo in pizzeria – ovviamente un’alternativa c’è sempre – che ne dite di aiutare la mamma a prepararla in casa ?” oppure “Che ne dite di andarla a prendere in una pizzeria al taglio e di mangiarcela a casa?”.
Col passare del tempo le famiglie più fortunate hanno imparato a barcamenarsi – e le madri a preparare la pizza – riuscendo, nonostante tutto, a concedersi un piccolo momento di semplice felicità ogni tanto. Le famiglie che, invece, non sono riuscite a fronteggiare la crisi, pur non avendo nessuna colpa, si sono viste portare via anche quel piccolo e semplice sfizio che, molto spesso, si rivela essere una vera e propria valvola di sfogo psicologico.
Chiaramente esistono cose peggiori nella vita di non potersi permettere una pizza, nessun dubbio; ma proviamo ad immaginare come si può essere sentito un padre che, di fronte alla richiesta del figlio di una pizza, si è trovato a dover rispondere con un secco no.
La pizza è solo uno dei tanti sfizi che gli italiani, saltuariamente, si concedono insieme al pezzettino di focaccia acquistato dal panettiere o il vassoio di paste e pasticcini in occasione di compleanni o ricorrenze varie.
Domani, 28 agosto, si riunirà il consiglio dei ministri e uno degli argomenti in agenda è l’introduzione della Tares (Tassa Rifiuti e Servizi) ma i conti sono già stati fatti dalla Confartigianato e le previsioni sono tutt’altro che rosee: con l’introduzione della suddetta tassa alcune piccole imprese artigiane si troverebbero a pagare il 300% in più.
Cosa c’entra il cdm e la Tares con la pizza, la focaccia e i pasticcini? Semplice: sempre secondo Confartigianato le attività più cannibalizzate dalla Tares sarebbero appunto le pizzerie al taglio ed i panifici (93% in più) e le pasticcerie (fino al 181% in più). Puntuale il commento del presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, né l’incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi.” I piccoli piaceri della vita che, ormai, non tutti si possono concedere, di conseguenza, subiranno ulteriori aumenti.
Quanti genitori saranno costretti a trascinare i bambini – che sicuramente adotteranno il funzionale metodo del pianto e del capriccio – fuori dalle panetterie senza focaccia o a tenerli lontani dalla pizzeria al taglio o dalla pasticceria? Non potendo chiedere a tutti i bambini, proprio perché bambini, di comprendere la difficilissima condizione economica famigliare e di accettarne le conseguenze, quanti genitori si sentiranno mortificati ed un po’ meno felici?
Esistono sicuramente cose peggiori nella vita ma anche le piccole gocce che cadono, dopo centinaia di anni, formano stalattiti e stalagmiti gigantesche e, sicuramente, rinunciare a piccoli momenti di gioia, ripetute volte, può indurre in uno stato umorale pessimo e, in alcune persone, anche alla depressione.
Tassare gli sfizi ed i piaceri quotidiani, ecco il miglior modo per tramutare una crisi economica in una crisi sociale; speriamo che il cdm faccia un passo indietro… per il bene di tutti.
Lorenzo Stella