L’ex Presidente del Consiglio Mario Monti torna a far sentire la propria voce. Intervistato in mattinata da Rainews24, il leader di Scelta Civica interviene su tutti i temi “caldi” del momento politico-economico del paese, rilasciando alcune dichiarazioni che faranno molto discutere.
In primis, com’era prevedibile, si parla di Imu, al centro di un lungo braccio di ferro tra Pd e Pdl, conclusosi ieri con l’accordo tra Letta e Alfano, grazie al quale si è decisa l’abolizione della tassa sulla casa per il 2013 e la sua sostituzione, nel 2014, con la nuova “Service Tax”.
Sul tema il pensiero del senatore a vita è piuttosto chiaro: “La decisione presa ieri dall’esecutivo rappresenta un cedimento del premier Letta e del Pd al pressing del Pdl, da cui, nelle ultime settimane, sono arrivate vere e proprie intimidazioni” dichiara Monti, riferendosi alle minacce dei falchi berlusconiani (Brunetta, Santanchè, Biancofiore), pronti a sfiduciare il governo se non avesse proceduto nella direzione di un’abolizione totale della tassa sulla prima casa. “Il governo deve durare fino alla fine della legislatura, ma deve anche dimostrare di avere una spina dorsale, non può essere un governo “un po’ smidollato”, deve magari andare a sollecitare direttamente i partiti su alcuni temi, come feci io” conclude Monti.
Se la posizione sull’Imu era, bene o male, abbastanza prevedibile, le sorprese invece arrivano quando si passa a parlare di Scelta Civica. Qui Monti chiarisce come sia impossibile mantenere in Italia un polo di centro autonomo da destra e sinistra, facendo intendere la sua preferenza: “Scelta civica vorrebbe dare un contributo alla vita italiana anche valorizzando questo mondo di centrodestra, con la speranza che, sparendo o attenuandosi la presa diretta di Berlusconi su questa cosa che lui ha creato, questa cosa possa anche diventare un pochino più moderata sui toni”.
L’ex premier però non si ferma qui e rivendica la sua vicinanza ideale ad una destra liberale di stampo europeo, che in Italia è ancora tutta da costruire. “Sono stato felice – ha dichiarato Monti – che si sia affermato Berlusconi nel ’94, triste che non abbia saputo trarne le conseguenze”.
Che ciò non sia accaduto è sotto gli occhi di tutti, ma secondo il Professore c’è ancora tempo: “Berlusconi, invece che dare retta ai falchi, dovrebbe continuare a sostenere Letta e, contestualmente, impegnarsi e trasformare il Pdl in un partito liberal-conservatore sul modello del Ppe” coinvolgendo anche le altre forze politiche italiane che si riconoscono nel popolarismo europeo.
Chiaramente non da leader, anche perché c’è una sentenza definitiva di condanna che pende come una spada di Damocle sul Cavaliere, e c’è una legge, la Severino, che vieta la candidatura a chi subisce una condanna definitiva superiore a 2 anni, legge che Monti difende: “Non ci sono stati dubbi di costituzionalità sulla legge quando fu varata dal mio governo, via libera a tutti gli accertamenti del caso ma siamo convinti che la legge Severino sia pienamente costituzionale”.
In chiusura, il Prof. rivendica l’operato del suo governo e anche il risultato conseguito dallo schieramento centrista alle ultime elezioni: “Prendendo decisioni così dure abbiamo fatto il bene dell’Italia, siamo stati gli unici ad aver avuto il coraggio di fare le riforme”. “Considero straordinario il fatto di essere riusciti a prendere il 10% dopo misure così impopolari”. Infine arriva l’elogio ma anche la puntura a Silvio Berlusconi: “Se solo avessi metà delle capacità comunicative e di persuasione di Berlusconi le elezioni sarebbero andate diversamente, anche perché mi sarei potuto appoggiare su un programma economico ben più convincente del suo”.
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