Siria, la guerra sembra inevitabile

Pubblicato il 29 Agosto 2013 alle 16:48 Autore: Redazione
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Siria, la guerra sembra inevitabile

Il momento dell’intervento militare contro la Siria di Hassad sembra avvicinarsi sempre di più, nonostante le parole del presidente americano Obama che ha dichiarato: “Non abbiamo preso ancora alcuna decisione, ma quando e se la prenderemo, l’intervento in Siria sarà limitato, non vogliamo un lungo conflitto. Ma il regime di Assad riceverà un durissimo colpo”.

È l’eventualità che il governo di Damasco possegga e utilizzi armi chimiche, contro gli stessi civili siriani, il terreno sul quale si gioca la partita dell’intervento occidentale.

Il caso che ha fatto precipitare la situazione è la presunta strage di civili compiuta dalle truppe di Assad giorno 21 Agosto, quando, sembra siano stati lanciati dei missili al gas nervino verso l’oasi di Ghouta, periferia est di Damasco. A detta dei ribelli ci sarebbero state almeno 500 vittime.

L’intervento americano sembra quindi ormai deciso: l’intenzione è quella di colpire Assad, bombardando obiettivi militari, per farlo desistere dai continui attacchi ai civili.

La volontà dell’amministrazione sarebbe comunque quella di evitare di immergersi in un nuovo pantano stile Iraq, che vengano lanciati dei bombardamenti dalle navi americane presenti nel Golfo Persico, per un massimo di due giorni, sembra l’ipotesi più probabile per le fonti vicine al Pentagono.

Obama vuole scoraggiare Assad che, nel frattempo, non smette di fomentare i suoi generali. “Un attacco non può che renderci più forti” così ha salutato le dichiarazioni provenienti da Washington il Presidente siriano.

Mentre Obama pressa il Consiglio di Sicurezza dell’Onu e gli Alleati, preparando il dossier che metta incontrovertibilmente Assad di fronte alle sue responsabilità, da Mosca e Teheran è netta l’opposizione all’attacco militare.

I ministri di Putin preannunciano conseguenze gravissime se scatterà l’ora delle armi, in particolare il ministro degli esteri russo, Lavrov, fa notare che le voci dell’attacco chimico hanno cominciato a circolare poco prime del vertice, sulla situazione siriana, che si sarebbe dovuto svolgere tra gli stessi russi e alcuni componenti del governo Usa: “sintomo che si volessero mettere dei paletti al vertice”.

“Qualsiasi risoluzione che non prenda la strada della diplomazia sarebbe una palese violazione del diritto internazionale” così la pensano anche a Berlino. Letta senza Onu non muove neanche un soldato.

La Francia sostiene l’opposizione al regime ma non sembra voglia impiegare le proprie forze militari. Alla formazione della coalizione dei volenterosi, che Obama sta progettando, resta Cameron che sta profondendo molte forze per convincere le Camere inglesi.

Tuttavia, a differenza dei tempi di Blair, queste non firmeranno nessun assegno in bianco al governo e voteranno favorevolmente all’attacco solo dopo un netta presa di posizione dell’Onu. O almeno di prove più concrete.

Guglielmo Sano

 

L'autore: Redazione

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