“Istintobrass”: domani alla Mostra del Cinema di Venezia proiezione del film documentario su Tinto Brass
Domani alla Mostra del Cinema di Venezia, inaugurata ieri e giunta quest’anno alla sua 70esima edizione, sarà proiettato il film documentario su Tinto Brass, intitolato “Istintobrass” (leggere: “IsTintoBrAss”). Il titolo è emblematico.
Non è una novità che l’autore più discusso e censurato del cinema erotico italiano usi giochi di parole e doppi sensi. Così per i titoli di alcuni suoi film, come “Nerosubianco”, “Tra(sgre)dire”, “Fallo!”. Così per il suo stesso cognome che – ironizza il maestro dell’eros – conterrebbe non a caso il termine inglese “ass”, ovvero la parte del corpo che egli predilige nelle donne: il lato b.
Padre avvocato, diplomato al liceo classico e laureato in giurisprudenza, il suo vero nome è Giovanni. Il soprannome Tinto, abbreviazione di Tintoretto, gli fu dato dal nonno pittore mentre scarabocchiava da piccolo. Più che seguire le orme paterne, Tinto Brass coltivò proprio la passione per le immagini trasmessagli dal nonno.
Il documentario ripercorrerà la sua vita artistica, inclusi gli anni della formazione a Parigi alla Cinémathèque Francaise insieme a Rossellini ed altri. Il protagonista, che quest’anno ha compiuto ottant’anni, lo ha fortemente voluto, collaborando alla sua realizzazione anche attraverso la ricerca di immagini inedite.
La regia è stata affidata a Massimiliano Zanin, una laurea in sociologia, da circa dieci anni assistente alla regia e sceneggiatore di Brass. Zanin ha realizzato anche la sceneggiatura insieme a Caterina Varzi, ultima musa ispiratrice e protagonista dei film di Brass, nonché avvocato e psicologa.
Il documentario conterrà le testimonianze di attori e critici cinematografici. Hanno partecipato Helen Mirren, Sir Ken Adam, Franco Nero, Adriana Asti, Serena Grandi, Franco Branciaroli e Gigi Proietti, quest’ultimo scoperto proprio da Tinto.
Tratterà il cinema del potere – tema presente in film come “Salon Kitty” e “Caligola” – e la svolta al cinema erotico, sancita dall’uscita nel 1983 del film “La chiave”, interpretato da Stefania Sandrelli.
Racconterà la vita privata del regista e il suo speciale rapporto con la moglie Tinta, al secolo Carla Cipriani, sua compagna per cinquant’anni, scomparsa qualche anno fa.
In Italia la critica ha sempre aspramente criticato i film di Tinto Brass, cosa che lo stesso regista, ateo profeta della rivoluzione sessuale e della libertà di espressione, attribuisce almeno in parte al condizionamento della Chiesa.
Al contrario presso il pubblico internazionale egli ha goduto di maggiore successo. Lo stesso Brass racconta che la Paramount, avendo apprezzato il suo film “Nerosubianco”, voleva affidargli la regia dell’adattamento cinematografico di “Arancia Meccanica”, alla quale avrebbe rinunciato per continuare a lavorare ai suoi film.
La partecipazione alla 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia attraverso il documentario “Istintobrass” rappresenta la rivincita di Brass dopo gli anni della censura, in cui il regista, ospite inatteso, si presentava provocatoriamente al Lido a bordo di imbarcazioni piene di donne svestite. Nel segno di una riabilitazione iniziata, forse, già nel 2009 quando, in occasione della 66esima edizione del Festival, Brass aveva potuto presentare al pubblico della Mostra il cortometraggio “Hotel Courbet”.
C’è da chiedersi se questi segnali vadano letti come il principio di un’apertura verso il cinema di Brass. Dal canto suo, Tinto Brass si dice soddisfatto della vita che ha condotto finora, nonostante i problemi di salute avuti negli ultimi anni, dichiarando di averla vissuta in modo gioioso e senza rimpianti.
Di seguito un’intervista scherzosa, rilasciata da Brass al programma televisivo “Le Iene”, e un’intervista seria, rilasciata alla trasmissione Rai “Incontri ravvicinati”. Anche se il regista amante dei sigari e dei fondoschiena, in fondo, serio non lo è mai.