Bayern Monaco VS Chelsea. Pep VS Mou. Tiki-taka VS contropiede.
Le due filosofie calcistiche si sono scontrate allo stadio Eden di Praga ed il trofeo, dopo i rigori, è stato alzato dai tedeschi.
La Supercoppa Europea è, è sempre stata, e sempre sarà la sintesi hegeliana del calcio d’agosto: la regina d’Europa, la vincitrice della Champions League, contro la sua sorella minore, la vincitrice dell’Europa League. Viene considerata, un po’ da tutti gli allenatori che hanno avuto l’onore di contendersela, l’ultimo test estivo e, nel contempo, una vera e propria vetrina dove dimostrare di aver rafforzato la squadra con la campagna acquisti. Solitamente la squadra che ha alzato la “coppa dalle grandi orecchie” viene data per favorita ma la storia ci ha insegnato che non vi è nulla di più falso: dal 1998, quando venne cambiato il format del trofeo introducendo la finale ad incontro singolo, lo scontato pronostico si è rivelato azzeccato solo sette volte. Le prime quattro edizioni della Supercoppa, infatti, sono state vinte dalle squadre che avevano trionfato in Europa League – allora nominata Coppa UEFA – e solo il Real riuscì a spezzare la maledizione nel 2002 battendo il Feyenoord. L’anno dopo il Milan, fresco vincitore della sesta Champions, riuscì a battere il Porto e, da allora, le regine d’Europa e le sorelle minori hanno alzato il trofeo ad anni alterni.
Il sistema dell’alternanza della vittoria non è stato confutato nemmeno in questa edizione disputata allo stadio Eden di Praga. Per la prima volta dal 1998, infatti, il trofeo non viene disputato allo stadio Luis II di Montecarlo e, d’ora in avanti, la sede della competizione cambierà ogni anno come già avviene per gli altri trofei europei.
Le squadre rivali sembrano volute dal destino: la vincitrice della Champions, il Bayern Monaco, vede in panchina il nuovo allenatore Pep Guardiola che aveva alzato il trofeo prima da calciatore e, poi, da allenatore sulla panchina del Barcellona. La squadra sfidante è il Chelsea allenato dall’eterno rivale di Guardiola, José Mourinho anche lui appena approdato al timone dei blues dopo l’esperienza spagnola sulla panchina del Real. Ad affrontarsi non sono solo i nemici di sempre ma anche i massimi esponenti delle due scuole calcistiche che, in questi ultimi anni, hanno dominato il mondo: l’asfissiante ed il pungente contropiede.
Viste le premesse, i tifosi si aspettavano una partita spettacolare e non saranno sicuramente rimasti insoddisfatti. Il Chelsea va in vantaggio pochi minuti dopo il fischio d’inizio facendo fruttare una ripartenza di Hazard – uno fra i migliori in campo – che serve Schurrle il quale butta in area il pallone che viene calciato a rete di prima da Fernando Torres. Da quel momento il Bayern conduce la partita senza riuscire a rendersi pericoloso sino a secondo minuto della ripresa quando Ribery si accentra e trafigge Cech con una fucilata; il miglior modo per festeggiare l’assegnazione del premio “Best Player” della Uefa.
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Nonostante i tedeschi mantengano il possesso palla, è il Chelsea ad avere le occasioni più ghiotte per portarsi in vantaggio ma le speranze di Mourinho si infrangono contro l’espulsione di Ramires per doppia ammonizione. Guardiola ordina di andare tutti all’attacco ma il risultato rimane inchiodato sull’1 a 1. Servono i supplementari.
L’espulsione non sposta più di tanto gli equilibri ed infatti sono proprio gli inglesi a passare in vantaggio grazie al gioiellino belga Eden Hazard che sfrutta una dormita della difesa per siglare un gol da cineteca. I blues divengono l’incarnazione dell’ideale di difesa mourinhana e, come dicono i media inglesi, “Mou ha parcheggiato un pullman davanti alla porta del Chelsea”. Quel pullman sembra essere il portiere Cech che, durante il secondo tempo dei supplementari, compie tre grandissime parate ma, proprio tre secondi prima del triplice fischio, capitola di fronte al tiro di Javi Martinez. Si va alla lotteria dei calci di rigore.
Sia da una parte che dall’altra si susseguono rigori calciati magistralmente e la sfida calcistica diventa una sfida di nervi troppo angosciante per il giovane belga Lukaku che si fa parare il tiro da Neuer. Il trofeo, per la prima volta, lo alza una squadra tedesca ed uno spagnolo, Pep Guardiola, intanto, ride sentendo le parole di Mou: “Se gioco contro Guardiola devo farlo con un uomo in meno, sembra siano le nuove regole UEFA”.
Alla fine il maestro del tiki-taka trionfa ma tanto il nome sulla bocca di tutti rimane sempre quello del provocatorio Mou.