Democrazia e Parlamento: analisi comparativa
Democrazia e Parlamento: analisi comparativa
A. Barazzetti, QBT[1], F. Cecconi, Labss-istc-cnr[2], R. Mastronardi, QBT[3]
Ha inizio in questo mese di Luglio 2013 una rubrica di analisi delle tendenze emotive degli italiani verso determinati temi sociali, politici ed economici.
L’idea è di misurare in modo automatizzato lo stato d’animo, le opinioni e gli atteggiamenti postati su Twitter con tecniche di studio della semantica dei testi e del loro significato. Questo mese rileviamo tutto ciò che in Twitter attiene ai concetti di Democrazia e Parlamento: il buon senso, cosi come i sondaggi tradizionali, ci dicono che il concetto di democrazia è radicato nell’opinione pubblica come positivo, nonostante tutti i suoi difetti e che al contrario il Parlamento, che è il luogo dove si manifesta la Democrazia, sia invece oggetto di una critica, che è ormai giunta all’odio.
La raccolta dati ha avuto una durata di 10 giorni: le tendenze sono rimaste pressoché costanti per tutto il periodo di analisi, rivelando quindi una continuità di giudizio da parte degli utenti di Twitter. Questo vuol dire che l’opinione è radicata nelle persone e non facilmente scalfibile in base agli eventi quotidiani, se non con peggioramenti al comparire di notizie negative.
Prima di procedere con l’analisi, alcune valutazioni generali, da tener presente analizzando contenuti semantici sul web:
(1) la tendenza degli utenti è quella di essere negativi ovvero scriviamo per lamentarci, criticare e insultare. Più difficile che gli utenti scrivano in senso “positivo”: questo comportamento è un tipico bias cognitivo, del tipo di quelli studiati per esempio da Max Bazerman, psicologo presso la Business School di Harvard. E’ particolarmente vero se si tratta di messaggi del genere broadcast, come nel caso di Twitter. Diverso è il discorso se consideriamo il caso dei blog, ed in generale della comunicazione su web più spiccatamente peer-to-peer: in questo caso valgono regole opposte, ad esempio la tendenza è quella di compiacere il proprio lettore, percepito come “vicino”. (questo articolo illustra in maniera chiara la distinzione http://www.bancaforte.it/articolo/le-cattive-notizie-vanno-sulla-stampa-le-buone-dappertutto-RB58630c)
(2) stiamo analizzando gli utenti di Twitter, quindi stiamo prendendo in considerazione non un campione rappresentativo della popolazione italiana ma una precisa fascia di utenti: ciò ha un effetto distorsivo sull’analisi, soprattutto per temi di natura politica (vedi http://www.italiagermania.org/2012/03/ma-chi-usa-twitter-in-italia/)
Descriviamo ora brevemente lo strumento utilizzato.
Il nostro sistema di raccolta e analisi dei dati, il cui nome è Twitter Opinion Dynamic, elabora due misurazioni: la prima è una misura dell’intensità del commento positivo/negativo (“Misura Positivi/Negativi”). Facciamo un esempio: “molto bello” ha un valore maggiormente positivo rispetto a “bello”. La seconda misura è invece rappresentata dal numero di Tweet positivi/negativi/neutri ovvero il conteggio dei commenti che presentano quelle caratteristiche.
Lo studio di queste mese ha generato le seguenti misurazioni:
Cosi suddivisi per singola ricerca:
Analizziamo ora i dati e valutiamo il primo grafico riferito alla “Democrazia”:
Quello che emerge dai dati è la sostanziale parità tra numero di tweet positivi e negativi, che riflette una tendenza storica degli utenti a distribuirsi equamente quando il tema è generalista e di forte impatto emotivo (ad esempio, parlando di grandi temi come “democrazia” e “libertà”, vedi:
http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=7947643 )
Tuttavia si nota subito che chi parla bene della democrazia ne parla con maggior “entusiasmo” rispetto a chi è critico. Concentriamoci quindi su chi parla “male” della democrazia e leggiamo i Tweet nel dettaglio; quello che si scopre è che non si denigra la democrazia ma gli utenti tendono a metterne in evidenza con grande rammarico, i limiti. Una sorta di negatività, che nasce dalla disillusione: sono veramente pochi gli utenti che preferiscono la monarchia alla democrazia e postano questo loro pensiero sul web (a volte si tratta di affermazioni tra l’ironia e il cinismo. Classifichiamo questi commenti come “rumore di fondo”).
Possiamo quindi dire che, nonostante tutto, la democrazia come riferimento anche solo ideale raccoglie consenso. Tuttavia la democrazia esiste attraverso le sue forme di rappresentanza e quindi si manifesta nel Parlamento. E allora, cosa pensano gli utenti del Parlamento ?
Qui la situazione cambia radicalmente e lo vediamo subito nel grafico:
Non è difficile immaginare il contenuto dei Tweet negativi: si va dall’insulto alla denigrazione ad espressioni in generale di odio. Il Parlamento è oggetto di accuse di vario genere ed è stato individuato come una delle cause del degrado sociale e della crisi della Nazione, a volte anche con argomentazioni surreali in stile complottista.
Si è quindi creato un trend negativo, che si acuisce ovviamente nelle giornate in cui le notizie ci riportano scandali politici o malcostume politico anche individuale.
Più interessante analizzare i commenti positivi: depurando i dati dai commentatori, siano essi individui, associazioni o gruppi, di “supporto” ai politici di professione, troviamo comunque uno zoccolo duro di utenti che separano “il bambino dall’acqua sporca” prima che essa venga gettata.
Si tratta di utenti che separano l’istituzione da chi la “frequenta” perché riconoscono che:
– “i politici siedono in parlamento ma siamo stati noi a mandarceli”, quindi è colpa nostra.
– “se elimini il parlamento allora elimini anche la democrazia, nonostante tutto”, quindi scelgo il male minore per paura del male maggiore.
– “in realtà chi siede in parlamento conta poco rispetto a chi conta di più e che neanche risiede in Italia”, quindi il male è da un’altra parte.
Lasciamo ai lettori ulteriori analisi e approfondimenti e vi anticipiamo il tema del prossimo mese di Agosto: “Germina, Italia e Euro”.
[1]Alessandro Barazzetti (alessandro.barazzetti@qbt.ch), QBT Sagl, Via E.Bossi, 4, 6830 Chiasso, Switzerland. Mob. +41 76 5672670; Te.l. +41 916822428; Fax +41 916821121.
[2]Federico Cecconi (federico.cecconi@istc.cnr.it), LABSS-ISTC-CNR, Via Palestro, 32, 00185 Roma, Italy. Tel./fax +39 06 44362370
[3]Rosangela Mastronardi (rosangela.mastronardi@qbt.ch), QBT Sagl, Via E. Bossi, 4, 6830 Chiasso, Switzerland. Mob. +41 76 4360540; Te.l.+41 916822428; Fax +41 916821121.