Due partite, due vittorie, 5 gol fatti e 0 subiti: non poteva iniziare meglio il campionato per Walter Mazzarri e la sua Inter.
Nella seconda giornata di campionato, dopo il 2-0 a San Siro contro il Genoa, i nerazzurri fanno visita al Catania e il tecnico livornese ripropone lo stesso 11 della settimana precedente con l’unica eccezione di Kovacic al posto di Kuzmanovic. Maran risponde schierando il consueto 4-3-3 con Bergessio prima punta titolare nonostante le voci che lo danno per partente.
Il Catania parte bene: dopo alcune azioni velleitarie, la prima palla gol è per Leto che, dopo aver saltato in piena area di rigore Nagatomo, si ritrova a tu per tu con Handanovic, che però è molto bravo a respingere la conclusione centrale dell’attaccante.
Sul ribaltamento di fronte, tuttavia, arriva anche la prima occasione interista: Jonathan calcia in area dalla destra ma Andujar è attento e respinge consentendo ai difensori catanesi di spazzare.
È un buon momento per l’Inter che continua ad attaccare ed è il rinato Jonathan che permette ai nerazzurri di passare in vantaggio: al 19’ il brasiliano, che ha già dimostrato di interpretare alla perfezione il ruolo di esterno destro del centrocampo a 5 di Mazzarri, punta uno contro uno Monzon, lo salta e mette al centro un assist perfetto sui piedi di Palacio che non può far altro che realizzare a porta sguarnita il vantaggio nerazzurro. Per l’argentino si tratta del secondo gol in due partite dopo la rete realizzata nella prima giornata contro il Genoa.
Dopo la prima rete, l’Inter gestisce bene il possesso palla senza tuttavia rendersi molto pericolosa. Al 31’ il Catania si riaffaccia dalle parti di Handanovic con un potente tiro di Tachsidis che sfiora il palo. Il primo tempo si chiude con la brutta entrata di Spolli su Palacio lanciato in contropiede: il difensore catanese non è ultimo uomo e l’arbitro Bergonzi opta per il cartellino giallo ma l’intervento con il ginocchio alzato è davvero ai limiti.
Ad inizio ripresa è ancora l’Inter a farsi vedere in fase offensiva: al 4’ un cross dalla destra di Guarin finisce sulla testa di Nagatomo che colpisce però debolmente agevolando la parata di Andujar. Poco dopo però il giapponese ha modo di rifarsi trasformando in gol il perfetto assist servitogli da Palacio.
I nerazzurri, dunque, raddoppiano con gli stessi marcatori (Palacio e Nagatomo), anche se invertiti, che avevano timbrato il cartellino nella prima partita contro il Genoa. Merita una notazione il movimento del giapponese, tipico di chi si è integrato alla perfezione nel nuovo 3-5-2 “mazzarriano” : l’esterno di centrocampo taglia verso il centro e viene a concludere l’azione sviluppatasi sulla fascia opposta.
Dopo il raddoppio la partita si trasforma in un monologo nerazzurro. L’Inter va infatti ripetutamente vicina al terzo gol e lo trova al 33esimo con Belfodil, subentrato al posto di Guarin, ma la rete viene annullata per fuorigioco.
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Dopo due minuti, però, il gol del 3-0 interista arriva davvero ed è una prodezza personale di Ricky Alvarez: il trequartista argentino si esibisce in una splendida azione personale conclusa con un sinistro preciso su cui Andujar non può nulla. La rete è il coronamento di un’ottima prestazione personale: sicuro e talentuoso, l’Alvarez attuale è un giocatore profondamente rigenerato rispetto al calciatore che solo pochi mesi fa veniva fischiato dal pubblico di San Siro.
Nel finale l’Inter rischia più volte di trovare il quarto gol ma prima Nagatomo riesce a sprecare un contropiede 5 contro 3, poi Belfodil non trova il gol su un invitante cross dalla destra.
La partita si chiude dunque senza il poker nerazzurro ma Mazzarri ha molti motivi per cui essere soddisfatto: la sua Inter ha mostrato un buon calcio dimostrando di aver recepito già molti dei dettami del nuovo tecnico. Inoltre sul piano individuale giocatori come Jonathan e Alvarez che fino a poco tempo fa erano ai margini della rosa ora sono pedine indispensabili nello scacchiere tattico di Mazzarri. Dopo due partite la nuova Inter è a punteggio pieno con una differenza reti (+5) superiore a quella della Juventus (+4) campione in carica.
Per il Catania, invece, una brutta partenza: la squadra di Maran che lo scorso anno si è affermata come una delle rivelazioni del campionato è ancora ancorata a 0 punti e, se nella prima giornata contro la Fiorentina si erano viste buone cose nonostante la sconfitta, contro l’Inter si registra invece un pesante passo indietro.