Tarcisio Bertone giunto a Siracusa per la giornata conclusiva del 60/mo anniversario delle celebrazioni per il prodigio della Lacrimazione ha incontrato i giornalisti.
Bertone, segretario di stato vaticano uscente, ha tracciato una sorta di bilancio dei suoi sette anni. Con la nomina di Pietro Parolin, 58 anni, fino ad ora nunzio apostolico a Caracas, si è chiusa l’era Bertone.
Tarcisio Bertone: “il bilancio di questi sette anni lo vedo positivo. Naturalmente ci sono stati tanti problemi, specialmente negli ultimi due anni, mi hanno rovesciato addosso accuse”.
Bertone ha fatto esplicito riferimento ad “un intreccio di corvi e vipere” che tuttavia “non dovrebbe offuscare un bilancio positivo”.
Il cardinale ha aggiunto che “a volte ci sono dei bilanci viziati un po’ dai pregiudizi. Un bilancio onesto non può non tener conto del fatto che il segretario di Stato è il primo collaboratore del Papa un esecutore leale e fedele dei compiti che gli vengono affidati. Cosa che ho fatto e farò. Il segretario di Stato lavora in equipe, si lavora in cinque ed è un bel gruppo che lavora molto unito. Ho dato sempre tutto ma certamente ho avuto i miei difetti, se dovessi ripensare adesso a certi momenti agirei diversamente. Però questo non vuol dire che non si sia cercato di servire la Chiesa”.
Commentando l’arrivo la scorsa notte a Siracusa dell’ennesimo barcone carico di migranti siriani, il cardinale Tarcisio Bertone ha ricordato che ”proprio ieri sera, durante l’incontro con il Santo Padre per la preparazione del forte appello di stamane, abbiamo ricordato l’arrivo qui a Siracusa di tanti immigrati. Anzi è il desiderio del Santo Padre porgere, mio tramite, il ringraziamento a Siracusa per lo sforzo che compie per dare accoglienza. La vicenda siriana è una di quelle che ci coinvolge tutti, magari di più noi dell’area del Mediterraneo che siamo più vicini, e per questo dobbiamo lavorare tutti per una ricomposizione pacifica”.