Casini: “Berlusconi ha i diritti degli altri, né più né meno”

Pubblicato il 2 Settembre 2013 alle 13:58 Autore: Redazione
casini su renzi al senato

Trattare Silvio Berlusconi come tutti gli altri, o per lo meno come ogni altro deputato o senatore. E’ il pensiero netto che Pier Ferdinando Casini, riferimento dell’Udc, ha enunciato questa mattina intervenendo a Sky Tg24. 

“Berlusconi non ha più diritti degli altri, ma neanche meno diritti. Deve essere ascoltata la sua difesa con grande serietà, lo si dovrebbe fare per qualsiasi altro parlamentare”.

Casini qualifica il voto in Giunta per le elezioni sulla decadenza come una questione di coscienza (“Ciascuno deve dire davanti alla storia e alla vicenda politica nazionale il destino di un uomo che va giudicato dal punto di vista delle regole dello Stato di diritto”), mentre la disciplina di partito è una “brutalità”, un’occasione persa di essere equi e rispettosi “del senso delle democrazie liberali” e trasformerebbe la Giunta “in una caserma”. Un esame “serio, non affrettato ma approfondito” ridurrebbe anche il rischio di conseguenze della decisione sul governo Letta

casini

Nel suo intervento, Casini parla anche della Siria (“Questa guerra è un errore politico primario, rischia di portare ancora più caos”) e dice la sua sul Pd e su Renzi: “Di leader il Pd ne ha tanti, ha Letta e ha Renzi, poi ha tutta la prima fila di dirigenti importanti. E’ giusto che Renzi si candidi, ma mi interessa capire la base politica cui fa riferimento lui. L’illusione dell’uomo solo al comando è stata liquidata e giustamente”.

Non una parola da Casini, invece, sui rapporti tesissimi degli ultimi giorni tra il suo partito, l’Udc, e il leader di Scelta civica Mario Monti. Ai dirigenti dell’attuale scudo crociato, infatti, non sono piaciute per niente le parole pronunciate da Monti venerdì, a un convegno dell’Udc ad Avellino: “Qualcuno dice che l’Udc non esiste più, io questo non lo so – aveva detto -. Vorrei dare da qui un messaggio chiaro, a chi si sente a disagio in gruppi unitari che si chiamano Scelta civica, a essere liberato dall’impegno che pure ha preso di far parte per tutta la legislatura di quel gruppo”.

Ancora meno era piaciuto l’atto di proselitismo tentato da Monti: “Se poi qualcuno non più sufficientemente interessato all’esperienza dell’Udc volesse pensare di formalizzare la propria presenza in Scelta civica e’ un’ipotesi che si può prendere in considerazione”. Così, se Casini aveva parlato diplomaticamente di Avellino come “tappa importante di riflessione e dialogo”, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa non ha perso tempo ad affermare che “Finché sarò segretario dell’Udc questo partito continuerà a esserci, a difendere i suoi valori; un nuovo grande partito che si richiami al popolarismo europeo non sarà raggiunto senza l’Udc“.

Monti

Meno diplomatici e più coloriti erano stati alcuni dirigenti: “Se abbiamo subito una battuta d’arresto – lamentava il dirigente calabrese Francesco Talarico – ciò è dovuto al sostegno politico del progetto Monti, che ci ha molto penalizzato, facendoci rinunciare alla nostra riconosciuta identità di partito”. “Monti? Un’eccellenza universitaria, un dilettante assoluto in politica” ha aggiunto Antonio Pedrazzoli. 

Oggi sulla questione interviene invece l’europarlamentare Udc Gino Trematerra, che aveva già parlato di “atteggiamenti arroganti” di Monti. “Noi ci siamo. Se a qualcuno la nostra esistenza dà fastidio, se ne faccia una ragione. La tecnica al servizio della politica – aggiunge – è importante, ma alcuni tecnici chiamati a guidare il Paese, soprattutto dopo le disastrose performance fornite su questioni strategiche, forse dovrebbero essere più cauti nei dare giudizi su una forza politica con tradizioni radicate come l’Udc”.

Gabriele Maestri

L'autore: Redazione

Redazione del Termometro Politico. Questo profilo contiene articoli "corali", scritti dalla nostra redazione, oppure prodotti da giornalisti ed esperti ospiti sulle pagine del Termometro.
Tutti gli articoli di Redazione →