Il Vaticano parla del rischio di guerra mondiale.
Già ieri Papa Francesco si è espresso in maniera nettamente contraria alla possibilità di un intervento in Siria.
“La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato: il conflitto contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto e da un’esperienza di violenza”. E’ quanto avverte monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio ‘Giustizia e Pace’, intervistato da Radio vaticana a proposito del precipitare della crisi in Siria e all’indomani dell’intervento di Papa Francesco che ieri, nel corso dell’Angelus ha proclamato per il 7 settembre una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo.
“Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace: la guerra chiama guerra anche perché intrappola i popolo in una spirale mortale. La guerra porta in sé una visione distorta del potere inteso come sopraffazione e dominio ed accentua il pregiudizio che tutti cercano di distruggere gli altri. Su tali presupposti, l’altro rimane sempre un antagonista, un nemico da sconfiggere; non sarà mai un fratello. La guerra non finisce mai e le ragioni della giustizia sono disattese”.
Per l’esponente del Vaticano, “c’è il rischio che la situazione di violenza deflagri e dalla Siria si estenda anche ad altri Paesi. L’intervento armato non diminuirebbe la situazione di violenza, l’alternativa non può essere che quella della ragionevolezza, delle iniziative basate sul dialogo e sul negoziato. Occorre cambiare strada -indica monsignor Toso- occorre imboccare senza indugio la via dell’incontro e del dialogo che sono possibili sulla base del rispetto reciproco e dell’amore. Al potere ideologico della violenza che annienta l’avversario va sostituito il potere dell’amore che sollecita alla cura di ciò che è comune”.