Il 22 Settembre si svolgeranno le elezioni federali tedesche. Si contenderanno la cancelleria di Berlino l’esponente dei cristiano-democratici (CDU) Angela Merkel, presidente tedesco al secondo mandato, e il suo sfidante, l’esponente dei socialdemocratici (SDP), Peer Staeinbrueck.
La sera di Domenica 1 Settembre, è andato in scena l’atteso dibattito televisivo tra i due contendenti: 90 minuti, come una partita di calcio.
Tanto per continuare il paragone sportivo, tra i commentatori tedeschi e internazionali, si parla di un sostanziale pareggio, al massimo di una vittoria di misura della Merkel. Quest’ultima ha preferito giocare sulla linea di difesa. Emozioni poche: in sostanza, domina la noia.
Anche gli elettori sembrano assegnare la vittoria del dibattito alla già cancelliera democristiana, ormai in odore di riconferma. Steinbrueck, apparso abbastanza teso, da parte sua ha contestato tutto ciò che era possibile contestare al capo di governo.
In molti gli rimproverano proprio questo: aver disperso le energie in tutte le direzioni, mentre insistendo su un argomento in particolare, per esempio il “lavoro”, avrebbe messo maggiormente in difficoltà una Merkel sicura dei suoi successi nel campo dell’economia.
Indossando una collana dai colori della bandiera tedesca e un bel sorriso compiacente, la Merkel ha dovuto semplicemente ricordare ai tedeschi che “i quattro anni del suo governo sono stati sensazionali”: buon andamento dell’economia, disoccupazione ai minimi storici nell’insieme dei 20 anni passati dalla riunificazione. Si è potuta permettere persino di riconoscere dei meriti al governo del predecessore, il socialdemocratico Schroeder, per le riforme di quest’ultimo al mercato del lavoro.
Steinbrueck che partiva con circa 16 punti di svantaggio, rilevati nei sondaggi del fine settimana precedente, ha fatto notare che ci sono ancora 7 milioni di tedeschi che vivono in condizioni di precarietà, i salari minimi tedeschi sono i più bassi d’Europa. Il deficit del governo tedesco in materia di politica sociale è confermato anche dalle “dosi d’austerità” imposte ai paesi del Sud Europa.
Per rispondere la Merkel ha semplicemente dovuto ricordare che la Grecia fece il suo ingresso nella moneta unica proprio con l’avallo della SPD di Schroeder e che, in ogni caso, i provvedimenti criticati sono stati votati all’unisono con i Democristiani proprio dai socialdemocratici che vedono in Steinbrueck il proprio esponente di spicco.
Si trovano in disaccordo anche sull’idea di tassare i ricchi: la proposta di Steinbrueck non piace alla Merkel, a quanto pare neanche agli elettori. Escluso ogni tipo di accordo post-elettorale tra i due partiti, anche se entrambi gli schieramenti escludono il coinvolgimento tedesco nell’affare siriano.