Beppe Grillo contro le Feste Democratiche
Beppe Grillo contro le Feste Democratiche: non pagano né Iva né tasse. Torna ad attaccare il Pd, Beppe Grillo.
Lo ha fatto sul suo blog parlando delle “Feste Democratiche”(ex Feste dell’Unità) che da inizio estate si stanno svolgendo in giro per tutta la penisola.
Una lunga serie di città dove i militanti e non possono girare per bancarelle, ascoltare concerti, consumare pasti e soprattutto partecipare agli incontri organizzati con i maggiori esponenti del partito.
“C’è un pezzo di Italia che non ha alcuna preoccupazione per l’aumento Iva che dovrebbe scattare da ottobre. E’ il piccolo esercito di baristi, ristoratori, commercianti per diletto e organizzatori delle Feste democratiche” è l’attacco dell’ex comico genovese che aveva mostrato nei giorni scorsi forti dubbi anche sulla nomina di quattro nuovi senatori a vita da parte di Napolitano.
In momenti di magra non si accettano spese che si potrebbero benissimo evitare, è il pensiero di Grillo. “Non sono preoccupati perché nessuno di quegli esercizi commerciali a tempo paga l’Iva. E a dire il vero non paga nemmeno un centesimo di tasse. Lo ricorda il breve manuale ad uso interno per l’organizzazione di una Festa Pd” ha concluso il leader pentastellato.
Pronta, è arrivata la risposta dei democrat che hanno subito rispedito l’accusa al mittente replicando che sull’acquisto di “qualsiasi materiale (dalle mitiche salsicce alla benzina, dal caffè all’energia elettrica)” viene pagata “l’Iva senza poterla scaricare. A tutto questo” viene aggiunto “il lavoro volontario e la passione di decine di migliaia di persone che assicurano il successo delle oltre 2000 feste” ha affermato Lino Paganelli che infine cerca di ribaltare la situazione tornando alla carica contro Grillo: “La critica è ancora più strana se la si guarda politicamente: proprio mentre si vuole nella raccolta dei fondi dei partiti, giustamente, rovesciare il rapporto dal finanziamento pubblico all’impegno dei cittadini e dei simpatizzanti parlar male della più antica e più seria strada dell’autofinanziamento è un autogol”.