Sondaggio IPR per Tg3, Renzi batterebbe tutti nella corsa alle primarie
Con il sondaggio presentato durante il Tg3 delle 19 di questa sera, anche l’istituto IPR Marketing è tornato a rilevare le intenzioni di voto degli Italiani dopo la pausa estiva.
Senza grosse sorprese, troviamo il PDL in vantaggio sul PD di tre punti percentuali (i due partiti si attestano rispettivamente al 27,5% e 24,5%) mentre insegue il Movimento 5 Stelle appena al di sotto del 20%. Tra i partiti minori, il più forte rimane SEL con il 6% delle preferenze, mentre la Lega si ferma al 4%, Scelta Civica al 3,7% e UDC al 2%. Osservando i dati delle coalizioni, il leggero calo del PD è bilanciato dalla crescita di SEL, che permette al centro sinistra di rimanere al 33%, mentre la forte crescita del PDL porta il centro destra al 35%. Il M5S e il centro Montiano risultano invece in calo, come visto nella rilevazione dei partiti, ma crescono gli astenuti (30%), mentre il 15% degli elettori non sa chi voterebbe.
Passando alle intenzioni di voto per le primarie del PD, tra gli elettori del Partito Democratico vediamo che una maggioranza schiacciante del 78% voterebbe Matteo Renzi. I candidati che inseguono l’attuale sindaco di Firenze nella corsa alla segreteria del PD ottengono punteggi decisamente più bassi: Cuperlo è al 14%, Civati al 5% e Pittella al 3%. Anche quando si parla di fiducia nei leader Renzi è il più apprezzato: supera il premier Enrico Letta di 4 punti percentuali con il 53%, mentre la distanza con il leader del centro destra Berlusconi è di ben 30 punti. Segue Grillo con il 15%.
La fiducia in Enrico Letta, che nei sondaggi IPR è rimasta quasi invariata dall’insediamento come premier ad oggi, non è però riflessa nella fiducia che gli Italiani hanno nel governo da lui presieduto: oggi solo il 35% degli Italiani ha fiducia nell’esecutivo, forse anche a causa di una decisione tanto attesa come la revisione dell’IMU. Secondo il 60% degli Italiani, sarebbe stato più importante agire per diminuire le tasse sul lavoro; solo il 28% è d’accordo invece con la decisione (fortemente voluta dal PDL) di rivedere a tassa sulla casa, mentre il 12% non esprime un’opinione.
Un ennesimo banco di prova che deciderà se la fiducia del Paese nel Governo continuerà a scendere sarà sicuramente determinato dalle decisioni che seguiranno la condanna di Berlusconi. Secondo il 53% il leader del PD dovrebbe infatti essere trattato come un qualsiasi cittadino, ma una buona fetta di Italiani (il 36%) pensa invece che, proprio in qualità di leader di un grande partito, dovrebbe venirgli garantita l’agibilità politica.