La crisi a Roma: tra disoccupazione, tasse e imprese che chiudono
La crisi a Roma: tra disoccupazione, tasse e imprese che chiudono
Una crisi che è arrivata dopo ma che ora colpisce duro. Una disoccupazione che aumenta, e che insieme fa aumentare anche il disagio sociale.
È la fotografia che può essere scattata a Roma e nel Lazio, dove negli ultimi anni la situazione economica è peggiorata. E la luce in fondo al tunnel non è così vicina.
Se è vero che Roma ha retto bene ai primi anni della crisi (complice anche un tessuto economico ed occupazionale imperniato sul terziario), è altrettanto vero che quei tempi oggi sono lontani.
La disoccupazione su base nazionale ha toccato il 12 per cento nel secondo trimestre di quest’anno: nello stesso periodo il Lazio ha fatto registrare un 12,3 per cento, un dato in aumento rispetto al 9,9 dell’anno scorso.
Qualche altro numero lo ha messo in fila la Cgil un paio di giorni fa: “Se mettiamo insieme lavoratori in cassa integrazione, licenziati, lavoratori in mobilità, blocco dei contratti nel pubblico impiego, assenza di contrattazione di secondo livello, contratti di lavoro rinnovati spesso al di sotto del tasso di inflazione, nel Lazio c’è stata una perdita di cinque miliardi di reddito tra le lavoratrici e i lavoratori dal 2009 ad oggi”, ha dichiarato Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil Roma e Lazio.
A soffrire è l’intero settore produttivo regionale. L’anno scorso il Pil laziale è calato di due punti percentuali, secondo i dati elaborati da Promoteia, una società che svolge attività di analisi e di ricerca macroeconomica.
E la Cgil ha ricordato come da gennaio a giugno di quest’anno sono fallite 828 imprese, un numero che è del 5 per cento superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.