La crisi a Roma: tra disoccupazione, tasse e imprese che chiudono
Regge il settore farmaceutico (circa 19mila addetti nel Lazio) che nei primi mesi del 2013 ha trainato l’export regionale, ma non basta. Le risorse destinate al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga a questo punto potrebbero non essere sufficienti.
Sindacati e associazioni di categoria sottolineano come un aumento della pressione fiscale potrebbe risultare insostenibile per un territorio che appare sempre più in sofferenza. Lo si è visto con le vendite in picchiata fatte registrare nel corso dei saldi estivi. E anche l’aumento degli sfratti, sostiene la Cgil, ha un legame strettissimo con l’attuale crisi economica: su 6.800 sfratti a Roma, 5.300 sono per morosità. Segnali di una città che si sta impoverendo.
In un quadro simile, secondo la Cgil la Regione Lazio dovrebbe andare a recuperare risorse attraverso la valorizzazione del patrimonio pubblico piuttosto che aumentare l’addizionale Irpef. E spaventa pure l’incertezza intorno alla Service Tax, che alla fine potrebbe risultare più pesante dell’Imu.
Insomma c’è da capire come resistere ai colpi della crisi economica e c’è da capire pure come uscirne. Una proposta l’ha lanciata la Uil, convinta che la green economy rappresenti un volano per l’economia e per l’occupazione.
Il sindacato parte da un’analisi: più si punta sull’energia verde, più bassa è la disoccupazione. Un esempio: il Trentino negli ultimi anni ha investito più di tutti nelle energie sostenibili e oggi secondo l’Istat registra una disoccupazione del 5,1 per cento. I numeri si invertono nelle regioni dove si sono fatte scelte diverse.
Il Lazio ad esempio occupa il 17° posto nell’elenco delle regioni che investono sulla green economy, e ha una disoccupazione che è più del doppio di quella del Trentino.