OCSE Italia in recessione per tutto il 2013: il PIL al -1,8%
OCSE, l’Italia in recessione per tutto il 2013: il PIL al -1,8%
La tempesta dopo la quiete Imu. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato stamattina le stime del Prodotto interno lordo 2013 delle economie mondiali.
Per l’Italia soltanto brutte notizie: infatti l’istituto con sede a Parigi non registra alcun miglioramento del nostro paese, il cui PIL si attesterà nell’anno corrente all’-1,8%. Un risultato che ci allontana dalla ripresa e che disattende le aspettative del ministro Saccomanni.
Per non parlare del fatto che ci troviamo in coda ai paesi dell’Eurozona e del G7, ormai fuori dalla recessione.
Il rapporto sullo stato dell’economia globale dell’OCSE si occupa anche della stabilità del sistema bancario europeo, colpito duramente dalla crisi: “L’Eurozona resta vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano.
Molte banche della zona sono insufficientemente capitalizzate e appesantite da cattivi prestiti”, mentre “i recenti progressi verso una supervisione e vigilanza comune e i nuovi accordi sulle risoluzioni aiuteranno, ma sono necessarie misure per assicurare la qualità delle revisioni degli asset del prossimo anno e degli stress test bancari e per garantire adeguati accordi di supporto finanziario per ripianare carenze nel capitale bancario”.
Un endorsement al programma del presidente della BCE Mario Draghi che, con molta cautela, sta cercando di convincere l’asse franco-tedesco dell’importanza dell’aumento dei poteri di vigilanza bancaria dell’istituto di Francoforte.
Per quanto riguarda le politiche interne degli stati, l’organizzazione di Château de la Muette ha ripetuto che bisogna “aumentare la produttività con minori limitazioni nei mercati dei prodotti e un mercato del lavoro più dinamico”. La richiesta dell’OCSE è precisa: si devono approvare le “riforme strutturali” necessarie a sbloccare l’occupazione, incrementando la produttività e la flessibilità in entrata e in uscita, per evitare lo scoppio di gravi tensioni sociali.
Un primo commento a caldo del rapporto arriva dal capo economista OCSE Piercarlo Padoan, già candidato alla guida del ministero di via XX Settembre: “Le stime riportate nella nostra valutazione a interim (-0,4% per il terzo trimestre e -0,3% per il quarto) appaiono ancora negative perche’ si tratta di raffronti su base annualizzata, ma i numeri positivi stanno arrivando o pensiamo che arriveranno molto presto”, ha spiegato il vice segretario generale dell’organizzazione parigina.
Inoltre Padoan spiega che: “Perche’ ci sia ripresa con occupazione occorre assecondare il miglioramento dell’economia con interventi sul mercato occupazionale, da una parte con l’accelerazione e la messa in atto delle riforme gia’ varate e dall’altro con interventi che aumentino l’incentivo per le imprese perche’ assumano i giovani, magari anche usando strumenti contrattuali di tipo temporaneo all’inizio, ma per renderli poi permanenti, in modo che si possano garantire posti di lavoro nel lungo termine”.
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