Gogol’Ostello, l’abbraccio milanese tra culture e ospitalità
Be not inhospitable to strangers, lest they be angels in disguise. “Non essere inospitale con gli sconosciuti, potrebbero essere angeli in incognito”, diceva Shakespeare: un motto valido ancora oggi, mentre sempre più le persone – e con esse le storie e le culture – si spostano … e contaminano. Non è un caso, quindi, che davanti al bancone del bar del Gogol’Ostello si legga proprio questa frase.
Il Gogol’Ostello è a Milano, in via Chieti, e a idearlo è stata Asli Haddas, nata nel 1978 nel capoluogo lombardo, dove si erano conosciuti sua madre (eritrea) e suo padre (italo-etiope).
Il Gogol’Ostello ha aperto questa primavera, e la sua storia è una di quelle che ricordano – e insegnano – che la creatività può andare lontano, se cammina sulle gambe della tenacia. Ma per raccontare questo luogo è necessario fare un passo indietro, e ripercorrere i passi che hanno portato Asli Haddas a dare vita al Gogol’Ostello.
“Dopo il diploma come perito aziendale – racconta – l’università mi ha offerto la possibilità di concludere gli studi in Inghilterra. Londra per me è stato un punto di partenza, perché da lì ho imparato a viaggiare in tanti altri modi, rispetto al classico gruppo di amici. Ho iniziato a viaggiare da sola e mi sono spinta in estremo oriente fino alla Nuova Zelanda, che mi è rimasta nel cuore. A Londra ho anche imparato ad impegnarmi per ottenere i risultati e ad essere creativa”.
Dopo aver conseguito la laurea in International Business, Asli Haddas è tornata a Milano e ha trovato lavoro nel settore informatico. “Ho ricoperto diversi ruoli nella stessa azienda, era un impegno che mi piaceva e mi ha fatto viaggiare molto, ma da quando i progetti dell’azienda non sono andati in porto è iniziata una lunga e lenta fase di declino e ho deciso di dimettermi”.
Questo punto ha rappresentato per lei una svolta e un’opportunità. “Desideravo avere un lavoro autonomo e indipendente così ho unito in un unico progetto tutte le mie passioni: il viaggio, l’impegno nel sociale e il piacere delle influenze e dello scambio. Mi sono detta ora o mai più e ho deciso di investire su di me e sulle mie sensazioni, forse anche con un po’ d’incoscienza”.
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Il confronto con l’ostico mondo dei “numeri” è stato però inizialmente spinoso: “bello, ma ha esperienza pregressa nel settore?” continuavano a ripeterle in banca.
A quel punto Asli Haddas s’è rivolta al microcredito, sistema che da anni supporta progetti e iniziative in Africa e Asia. “Tramite l’associazione l’Albero delle Genti ho conosciuto PerMicro e la Fondazione Welfare Ambrosiano. Sono riusciti là dove le banche oggi stanno fallendo: investire nelle idee giovani”.
Ma perché Gogol’Ostello? Perché i Gogol Bordello sono un simbolo di multietnicità in musica, e perché Nikolaj Gogol’ è una figura centrale nella letteratura russa. E restando in tema, nello stesso palazzo in cui si trova il Gogol’Ostello, c’è il CafTè Letterario, anch’esso ideato da Asli Haddas, che è molto più di un semplice bar. Il suo menù comprende infatti cineforum, mostre, presentazioni di libri, book-crossing e corsi di lingua.
La cucina (abissina, asiatica e italiana) è invece affidata a zia Lu, la madre di Asli Haddas. “L’ostello a cui mi sono ispirata di più tra quelli che ho girato nel mondo è quello a Cape Town, in Sudafrica. Ho voluto portare nella mia città quella dimensione internazionale e di interscambio che ritrovavo nelle altre città del mondo”, spiega.
Il Gogol’Ostello ha già accolto centinaia di turisti da tutta Europa, e, guardando le foto che testimoniano il loro passaggio, si capisce che questo luogo possiede un’aura palpabile di accoglienza e familiarità, qualcosa di simile a una calamita. “Realizzare i propri sogni a volte è più facile di quel che si pensa; basta avere un po’ di coraggio e lanciarsi”, ha detto Asli Haddas. E il coraggio, come il buonumore, ha ottime possibilità di contagio.