Pdl Schifani “Vedo avvicinarsi crisi, andiamo verso countdown”
Renato Schifani già presidente del Senato, ora capogruppo del Pdl al Senato, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla vita del Governo e sui rapporti tra Pd e Pdl.
Ai microfoni di Radio Anch’io, Schifani ha lanciato un messaggio chiaro al governo Letta. “Vedo l’avvicinarsi di un momento di crisi. C’è un concetto che ritengono abbastanza logico ed è che quando si convive in un’alleanza devono vigere le regole del reciproco rispetto e per questo occorrerebbe che gli esponenti del Pd ascoltassero posizioni giuridicamente rilevante sull’irretroattività della norma. Questo atteggiamento non lo riscontriamo. Anzi addirittura molti membri del Pd hanno già detto come voteranno violando il principio di riservatezza”.
Dunque Schifani ha insistito, “il clima è di un alleato che prima ancora che colui che si deve difendere ponga in campo le proprie argomentazioni dice che voterà contro. Come si può convivere in una coalizione?”. Per questo “vedo l’avvicinarsi verso un countdown che naturalmente determinerà irreversibilmente delle scelte di carattere politico politiche”.
”L’inizio della discussione nella Giunta delle elezioni, dove non si è trovato un’intesa neppure sul calendario dei lavori, è stato pessimo. Vedo l’avvicinarsi della crisi. Andiamo verso il countdown che determinerà irreversibilmente scelte politiche”.
Schifani ha parlato della situazione interna al Pdl. ”Mi auguro come tutti gli esponenti del Pdl che il governo vada avanti, ma non dipenderà da noi, dipende dalla responsabilità del Pd. Tutto il gruppo del Pdl al Senato è compatto, ieri abbiamo discusso per due ore, ci siamo ritrovati tutti nella volontà di mantenere l’unità, pronti a battaglie anche di opposizione. Ma se il governo cade non sarà per responsabilità del Pdl ma di chi arroccandosi su posizioni politiche anteporrà questi interessi all’interpretazione di una norma – la legge Severino – che necessita di approfondimenti”.
SCHIFANI “PREOCCUPATO DA IPOTESI DIVERSA MAGGIORANZA GOVERNO”
“Mi preoccupa moltissimo l’ipotesi di un governo diverso da quello attuale. Un governo frutto di numeri raccolti in Aula potrebbe anche avere una maggioranza molto risicata, ma gli mancherebbe quella coesione politica che lo possa portare a individuare scelte sulla politica economica e sulla legge elettorale”.