Martedì, poche ore dopo la chiusura ufficiale del calciomercato estivo, le cinque squadre italiane impegnate nelle coppe europee hanno consegnato all’UEFA la lista dei calciatori utilizzabili in tali competizioni sino alla sosta natalizia.
Tre sono i vincoli imposti dall’organo di governo calcistico europeo: 1) l’obbligo di inserire in lista non più di 25 elementi della rosa; 2) la necessità che almeno 8 di essi siano “ATP” (Association Trained Player, cioè formati calcisticamente nei vivai della nazione di appartenenza del club); 3) l’obbligo che almeno 4 ATP siano anche “LTP” (Locally Trained Player, cioè cresciuti nel vivaio del club in questione).
Per stabilire l’eleggibilità come elementi ATP/LTP, la UEFA utilizza un parametro non eccessivamente rigido. E’ infatti necessario aver militato nel settore giovanile di riferimento per almeno tre stagioni agonistiche (anche non continuative) nel periodo di età compreso tra i 15 ed i 21 anni.
Anche i vincoli in sé non sono inflessibili. Pur restando l’inderogabilità al tetto di 25 elementi, c’è la possibilità di partecipare alla competizione europea di riferimento anche in mancanza del numero minimo di tesserati LTP o ATP. In tal caso, però, la UEFA obbliga i club a ridurre la lista di un numero di elementi pari a quelli mancanti. Qui di seguito una tabella esplicativa.
L’obbligo che 4 degli 8 ATP (per arrivare a 25) siano anche LTP denota la particolare importanza assegnata dall’UEFA ad una politica basata sull’incentivazione allo sfruttamento dei vivai dei club interessati. Ciò significa che se si vuole raggiungere il tetto massimo di 25 elementi tesserabili bisognerà per forza contare su almeno 4 giocatori cresciuti nel club stesso.
Ciò diventa fondamentale in situazione in cui, per esempio, l’allenatore predilige una rosa lunga (es. Conte). Viceversa, crea pochi problemi a tecnici abituati a lavorare con un numero più ristretto di alternative (es. Mazzarri).
Un’ulteriore “via di fuga” viene fornita dalle cosiddette “liste B”. Esse sono un elenco di calciatori (potenzialmente illimitato) militanti nel club di riferimento, i quali rispettano due parametri specifici, cioè essere “under 21” (per la stagione 2013-14 è necessario essere nati dopo il 1° gennaio 1992) ed aver militato in tale club per almeno 2 stagioni (anche non continuative) tra i 15 e i 21 anni di età.
Tale lista è di solito utilizzata per promuovere giovani della Primavera, rendendoli utilizzabili in CL in caso di necessità. Ma in realtà può essere utilizzata anche per giovani campioni (es. Pato al Milan nella stagione 2010-11, Alaba nel Bayern nelle ultime due stagioni ed eventualmente Pogba per la Juventus nella stagione 2014-15), liberando spazio in lista A (nella quale bisognerà sempre rispettare i requisiti minimi di ATP/LTP).
Queste le liste A diramate dai club italiani impegnati nelle coppe europee nella stagione 2013-14.
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La Juventus è la squadra delle cinque con meno problemi di ATP (ben 2/3 della rosa della prima squadra sono cresciuti calcisticamente in Italia). Viceversa, la cessione di Marrone ha ridotto il numero di LTP a 3 (De Ceglie, Marchisio, Giovinco), spingendo i bianconeri a presentare una lista di 24 elementi, escludendo Motta. Per il terzino ex Bologna, peraltro, questo potrebbe essere il preludio ad un’imminente cessione all’estero, in uno dei mercati ancora aperti (Russia in primis).
Per Lazio e Fiorentina risulta evidente la penuria di elementi del vivaio in prima squadra. I biancocelesti (che non hanno problemi di ATP, potendo contare tra gli altri su Marchetti, Biava, Candreva e Floccari), hanno optato per l’inserimento nei 25 di ben 4 LTP della squadra Primavera (Crecco, Diao, Guerrieri e Serpieri) oltre al reintegrato Cavanda, lasciando fuori elementi di spicco come Dias, Pereirinha ed il neo acquisto Vinicius, oltre ai fuori rosa Stankevicius, Sculli, Barreto, Alfaro ed allo squalificato Mauri.
Per la Fiorentina il problema è ancora maggiore. Oltre all’impossibilità di schierare elementi provenienti dal vivaio viola, il club allenato da Montella ha incontrato numerose difficoltà persino nel reperire ATP, vista la folta legione straniera presente in prima squadra. Appena 4 elementi (Ambrosini, Aquilani, Pasqual e Rossi) sono infatti considerabili ATP.
Ad alimentare i problemi della Fiorentina ha contribuito anche la cessione di Ljajic, sino alla settimana scorsa l’unico LTP nella rosa viola. La sua cessione ha ridotto da 22 a 21 il numero di elementi tesserabili per la CL. A farne le spese sono stati i giovani Rebic, Vecino, Hegazy e Wolski, oltre ai fuori rosa Olivera e Vargas e al terzo portiere Lupatelli (ATP lasciato fuori per mancanza di spazio in lista). Particolarmente preoccupante è la situazione dell’attacco, che vede i soli Gomez e Rossi come punte di ruolo: un po’ poco per sei gare del girone di qualificazione.
Minori problemi per il Napoli, che raggiunge i 4 ATP grazie a Maggio, Mesto, Colombo ed Hamsik e può contare su 2 LTP in prima squadra (Cannavaro ed Insigne). Gli altri 2 LTP per completare la lista di 25 sono stati pescati nel folto vivaio partenopeo (Palmiero e Romano). L’eleggibilità come LTP è servita peraltro a smentire le voci sempre più insistenti che volevano il capitano partenopeo (che al momento, nelle gerarchie di Benitez, parte dietro ad Albiol e Britos) lontano dal Napoli.
Interessante invece il movimento operato in sede di mercato dal Milan, in ottica liste UEFA. Doppiamente strategico risulta infatti l’acquisto di Matri (tesserabile come LTP) che ha permesso il raggiungimento del numero minimo di 4 LTP (De Sciglio, Abate, Cristante ed appunto Matri), rendendo indolore la cessione di Antonini (altro LTP), ormai scartato da Allegri. Nessun problema anche per gli ATP, numerosi nella rosa del Milan.
Tuttavia, il club rossonero si è reso protagonista di un errore clamoroso in sede di compilazione delle liste, iscrivendo El Shaarawy in lista A anziché in lista B. Tale scelta (che ha portato alle scuse ufficiali da parte di Umberto Gandini, responsabile organizzativo rossonero) ha escluso la possibilità di inserire in lista A uno tra Saponara (al momento bloccato dalla pubalgia) e Niang, suscitando peraltro le ire di Mino Raiola, procuratore del franco-senegalese, che ha attribuito le colpe dell’esclusione del suo assistito ad una precisa volontà del tecnico Allegri.
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Se i club italiani si barcamenano faticosamente nella compilazione delle liste UEFA, in Europa la musica è diversa. Le quattro semifinaliste della scorsa Champions League, per esempio, sono ampiamente in regola con i vincoli UEFA. Ulteriore dimostrazione di come le big del continente siano un passo avanti rispetto alle difficoltà del calcio nostrano.
Ben 6 gli elementi LTP nella prima squadra del Bayern Monaco (Lahm, Schweinsteiger, Müller, Kroos, Contento ed il lungodegente Badstuber, escluso dalla lista), a cui vanno aggiunti altri 5-6 ATP. Altri due LTP come Alaba e il giovane Weihrauch sono stati invece inseriti in lista B, riducendo la lista A ad appena 23 elementi (e lasciando così spazio per 2 eventuali innesti a gennaio, in caso di necessità). Segno di come il successo bavarese sul campo ed a livello economico-finanziario sia frutto di un’oculata programmazione di lungo periodo.
Anche il Borussia Dortmund di Klopp è rinato grazie ad un lungo quanto produttivo lavoro di scouting. Nonostante la cessione ai rivali del Bayern del gioiellino di casa, Mario Götze, il club di Dortmund non ha avuto problemi nella compilazione della lista, piazzando nei 25 ben 5 LTP (Sahin, Schmelzer, il giovane Hornschuh e i portieri di riserva Focher ed Alomerovic), con altri due in lista B (Ducksch e Günter) e una decina di ATP (tra cui un paio, Großkreutz e Reus, provenienti ugualmente dal vivaio giallo nero, sebbene vi abbiano trascorso meno di 3 anni).
Anche le due big spagnole hanno un corposo zoccolo duro fatto in casa. Il Real Madrid può contare su ben 8 LTP (Casillas, Jesus Fernandez, Arbeloa, Marcelo, Nacho Fernandez, Carvajal, Jesé e Morata), oltre a Varane potenzialmente schierabile in lista B ed altri 4-5 ATP. Il tutto in una rosa complessiva di appena 23 elementi, che ha permesso l’inserimento in lista A anche di due elementi della cantera madrilena (Garcia e Casado).
Ancor più incredibile (ma non è una novità) il successo dello scouting del Barcellona. Su 25 calciatori della prima squadra, ben 18 sono ATP. Tra questi ultimi, addirittura 14 sono anche LTP (Iniesta, Puyol, Victor Valdes, Xavi, Messi, Sergi Roberto, Bartra, Dos Santos, Cuenca, Montoya, Tello, Pedro, Busquets, Olazabal), mentre 3 degli altri 4 (Piqué, Jordi Alba e Fabregas) hanno trascorso almeno un anno nella cantera blaugrana, pur non raggiungendo il minimo di tre stagioni per essere tesserabili come LTP. C’è solo l’imbarazzo della scelta, in sede di compilazione della lista CL.
Per trovare una situazione un po’ più problematica come in Italia, bisogna invece dare un’occhiata alle big europee con alle spalle un magnate/sceicco ed una risibile politica dei vivai. Il Chelsea, vincitore della scorsa EL e pronto a dare l’assalto alla CL con il ritorno in panchina di Mourinho, conta appena 22 calciatori inseriti in lista, con il solo John Terry proveniente dal vivaio londinese.
23 invece per il PSG, con i giovani Ongenda e Maignan unici LTP. Uno in più per il City (24 giocatori in lista, con LTP il solo Richards più i due canterani Boyata e Johansen). Viceversa, nessun problema invece per i cugini dello United, con ben 6 LTP (Evans, Rafael, Cleverley, Fletcher, Giggs, Welbeck).