Ove qualcuno avesse avuto anche solo mezzo dubbio, da ieri è chiarissimo che tra gli auspici del Quirinale non rientra sicuramente una crisi di governo in tempi brevi o brevissimi, né tanto meno un ritorno alle urne nei prossimi mesi.
Era quasi sera, infatti, quando gli ampiamente ricorrenti “ambienti del Colle” hanno ricordato che il Capo dello Stato ha “già messo in massima evidenza che l’insorgere di una crisi precipiterebbe il Paese in gravissimi rischi“.
A questo le fonti del Quirinale aggiungono che il Presidente “conserva fiducia nelle ripetute dichiarazioni di Berlusconi in base alle quali il governo continua ad avere il sostegno della forza da lui guidata”: anche per questi motivi, “Napolitano non sta studiando o meditando il da farsi”.
Se dunque nessuna mossa particolare sarebbe allo studio del Capo dello Stato perché c’è fiducia nelle rassicurazioni sul sostegno al governo date da Berlusconi, diventa lecito pensare che, qualora la fiducia fosse infranta, il Quirinale si muoverebbe in altro modo. Non è dato sapere come, ma certamente lo scopo sarebbe l’evitare che la crisi produca effetti considerati irreparabili. Magari attraverso un nuovo incarico di governo o l’invito a Letta a ripresentarsi in Parlamento.
La nota con le parole di Napolitano è tanto più significativa se si considera che è arrivata nel giorno in cui al Quirinale è stato ricevuto, in un colloquio riservato Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e da sempre al fianco di Berlusconi.
In molti hanno parlato di un “estremo contatto diplomatico” – si dice richiesto addirittura dallo stesso Cavaliere e dalla figlia Marina – per ottenere un risultato (uno qualunque) che permettesse di evitare, di fatto, l’espulsione di Berlusconi dal mondo della politica e possibili danni alle aziende che a lui si riferiscono e vedono lo stesso Confalonieri in un ruolo di primo piano. A giudicare dalle voci legate al Colle, il risultato non sembra essere stato raggiunto.
Le reazioni dell’entourage di Berlusconi sono state molto negative: chi ha potuto parlare con lui ha visto un Cavaliere furioso e avvilito, con la sensazione di essere accerchiato e senza la certezza di poter contare sul suo partito per risolvere la questione. E’ probabile che le vicende di ieri inducano Berlusconi a continuare nella “linea dura”, con la trasmissione del videomessaggio annunciato ieri e il rilancio di Forza Italia.
Il tutto, peraltro, mentre non cessa la “diplomazia sotterranea” e si resta in attesa di un gesto di Napolitano: “Il Pdl – ha dichiarato Sandro Bondi – auspica che il capo dello Stato non ignori la drammaticità della situazione e prenda seriamente in esame un provvedimento esaustivo che le sue prerogative gli consentono di assumere nell’interesse dell’Italia, un provvedimento che scongiuri gli effetti di una sentenza allucinante e il tentativo della sinistra di approfittare di questa sentenza per portare a compimento il disegno perseguito da 20 anni di eliminare il leader dello schieramento dei moderati dalla vita politica”.