Si avvicina sempre di più il momento in cui (da lunedì in poi) il Congresso Usa sarà chiamato a esprimersi sulla richiesta di Barack Obama di consentire un’operazione militare limitata “nel tempo e nella portata” in Siria, dopo il probabile uso di armi chimiche da parte del regime di Assad.
“Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad immagini come quelle che ci sono arrivate dalla Siria”: lo ha ripetuto ancora Obama per cercare di convincere i tanti indecisi e contrari che sono ancora presenti tra i parlamentari, oltre che tra i cittadini americani.
Il Washington Post ha pubblicato ieri un sondaggio che vede il progetto di Obama decisamente in difficoltà: solo 25 membri del Congresso sono certamente per l’intervento militare, 184 sono indecisi, ma 224 parlamentari (la maggioranza) sono contrari.
Il presidente ripete che, dopo l’uso di armi chimiche, “l’immobilismo non è un’opzione per gli Stati Uniti”; il segretario di Stato John Kerry sottolinea che la questione riguarda anche la sicurezza nazionale (immaginando che eventuali armi chimiche possano finire nelle mani sbagliate) e spera di convincere in questo modo qualche scettico, ma il compito si preannuncia difficile.
Tutto questo mentre Vladimir Putin continua a sostenere che le armi chimiche siano state usate dai ribelli e che, in caso di intervento unilaterale Usa, lui sarà al fianco della Siria. Non stupisce ovviamente che manchi la firma russa sul documento che dodici paesi, comprese Germania e Italia, hanno condiviso a margine del G20 di San Pietroburgo, per richiedere una reazione internazionale “forte” contro la Siria.
Su ben altre coordinate si sta muovendo papa Francesco. Attraverso i social network, il pontefice invita ancora a pregare per la pace, nella giornata che lui stesso ha voluto come momento di digiuno e preghiera esteso a tutte le persone di buona volontà (non solo cristiane o credenti) per chiedere la pace, in Siria come in ogni altro luogo: l’appello è stato raccolto da milioni di persone in tutto il mondo.
Al digiuno e alla preghiera, tra l’altro, partecipa anche il pontefice emerito, Joseph Ratzinger, ma si sono uniti vari rappresentanti di altre religioni e culture, specie tra i presenti in Italia. Dal mondo della politica, si segnala la presenza alla cerimonia che si svolgerà oggi in piazza San Pietro di una delegazione di parlamentari italiani (guidata da Pier Ferdinando Casini) e l’adesione personale di alcuni esponenti notevoli, a partire dai ministri Mario Mauro ed Emma Bonino.