All’Autodromo Nazionale di Monza, tempio della velocità,va in scena un’altra puntata del dominio Red Bull in questo Mondiale 2013.
Protagonista è, ovviamente, Sebastian Vettel, il campione del Mondo in carica, padrone di questa Formula 1, sempre più leader solitario. Per Fernando Alonso un’altra maledetta domenica passata a vedere la monoposto numero 1 decollare verso i titoli iridati e a spremere una F138 incapace di sostenere i ritmi della Red Bull.
Ultima chiamata. Il secondo posto del pilota spagnolo della Ferrari è comunque un buonissimo piazzamento, soprattutto dopo delle qualifiche un po’ nervose. Non solo, infatti, un deludente quinto posto dietro al contestato compagno di squadra Felipe Massa, ma anche una battutina rivolta ai propri meccanici via radio. Che il pilota spagnolo abbia pronunciato una parola piuttosto che un’altra, poco importa, ma una cosa è certa: il clima in casa Ferrari non è tranquillo. E se nel circuito di casa una Ferrari non fosse salita sul podio, si sarebbe scatenato l’inferno.
Il futuro di Massa, il mal di pancia di Alonso, la vettura lenta: su questi aspetti si dovrà concentrare la Scuderia di Maranello, in particolar modo per programmare la stagione 2014. Quella che dovrà essere del rilancio. Peccato che lo doveva essere anche questa, così come quella dell’anno scorso.
Vettel, in pole position, scatta subito velocissimo, con Massa che, incredibilmente, si porta dietro, recuperando due posizioni dopo aver scavalcato Hulkenberg e Webber. Alonso, quarto, è attaccato agli scarichi di Webber, che pare voler rallentare il rivale del proprio compagno di squadra alla lotta per il Mondiale. Dopo 2 giri, però, la Red Bull di Vettel ha già 2” dal mondo dei terrestri, un abisso.
Al terzo giro si riaccendono le speranze dei numerosi ferraristi presenti nello splendido parco dell’Autodromo di Monza. Alonso delizia con un preciso sorpasso su Webber alla Roggia e da quel momento comincia ufficialmente la sua gara. Tuttavia, prima di tentare di impaurire quel pilota ribattezzato dai più come l’erede di Michael Schumacher, bisogna superare Massa. Ai tempi di Schumacher e Barrichello, ogni sorpasso del tedesco sul brasiliano veniva giudicato uno scandalo, deciso dalle menti in rosso. In questo caso, che ci sia stato o no il famoso ordine di Scuderia poco importa.
Gara già vinta. Tra Vettel e Alonso, dopo soli undici giri, ci sono ben 5”, che aumentano costantemente dopo ogni giro, mentre dietro l’altro ferrarista Massa non soffre la pressione di un Webber piuttosto lento.
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A poco serve il solito cuore di Alonso che cerca di ridurre il distacco da Vettel, che al ventitreesimo giro effettua il pit stop. Con la pista completamente libera e senza inseguitori, il ferrarista cerca di guadagnare più secondi possibili. Ma, preso dall’entusiasmo o da una cattiva disposizione impartitagli dai box, ritarda di un giro il proprio cambio gomme, che avviene al venti settimo giro. Strategia assolutamente da rivedere per lo spagnolo, che da quel momento fino alla bandiera a scacchi vedrà il leader del Mondiale registrare tempi impossibili da imitare.
Gli ultimi giri sono vissuti dallo spagnolo della Ferrari con il terrore di Webber molto più veloce di lui e a nemmeno mezzo secondo.
Ora i 53 punti tra Vettel e Alonso sono tantissimi, difficilmente le cose cambieranno, nemmeno se si mettesse di mezzo la Dea bendata.
“Io, però, continuerò a lottare”. Alonso non è un pilota che molla, e difficilmente isserà bandiera bianca fino a quando i numeri non incoroneranno Vettel campione. Evento, questo, che avverrà tra poche gare, per il dispiacere dei ferraristi.