Anna Finocchiaro si schiera ufficialmente in vista dell’imminente congresso del Partito democratico. E, a differenza di molti big, riafferma la propria opposizione a Matteo Renzi, già manifestata lo scorso anno durante il duello tra il sindaco di Firenze e Pierluigi Bersani.
“Personalmente non credo che voterò Renzi. La sua candidatura sconta la confusione che si fa tra segretario di partito e candidato premier. Io penso che il primo debba essere eletto dagli iscritti, il secondo con delle primarie apertissime. Anche per questo credo voterò Gianni Cuperlo che corrisponde di più alla mia idea di Pd”. Così la senatrice dem nel corso di un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno.
La Finocchiaro spiega poi come il sindaco di Firenze non sia la persona più adatta a ricoprire il delicato ruolo di segretario di un partito costantemente diviso al suo interno: “Il Partito democratico ha bisogno di una guida dedicata, dopo le sconfitte inattese e le difficoltà di identità anche in ragione delle scelte, obbligate, di governo. Renzi non credo voglia fare della segreteria lo scopo della sua attività politica”.
Oltre ad una questione “organizzativa”, Finocchiaro pone l’accento anche su evidenti differenze di merito che l’hanno spinta a contrastare l’ascesa del primo cittadino fiorentino ai vertici del partito. “Non credo che la piattaforma di Renzi sia compatibile con la promessa fatta agli elettori con la nascita del Pd. Le sue idee”, continua la senatrice, “sono legittime, ma lontane dalle mie”.
“Ho un’altra idea di partito, dei rapporti tra Stato e mercato, della sinistra, del valore del lavoro. Credo che sarebbe più utile concentrarsi sul merito del congresso. E penso che posizioni, pur legittime, nascano dal senso di frustrazione causato anche dalla confusione che si fa tra segretario e candidato premier ”.
Se è sotto gli occhi di tutti, dunque, il fatto che Renzi stia raccogliendo sempre più endorsment e apprezzamenti dai grossi calibri dem e dai militanti (vedasi le folle alle Feste democratiche), le parole della Finocchiaro dimostrano però come il sindaco, per una parte importante del partito (una buona fetta di ex Ds), sia tuttora percepito come un corpo estraneo.
Non a caso il colloquio si chiude ponendo l’accento sulla necessaria presenza della sinistra nel partito: “Io penso che il Pd senza sinistra non esiste. I valori della sinistra sono costituenti del Pd. Abbiamo la responsabilità di far vivere con lo sguardo rivolto al futuro questi valori dentro il partito e nel Paese. È uno dei temi veri del congresso”.