Tutta questione di garanzie. E’ questa l’idea di Dario Fo su un possibile appoggio dei parlamentari a 5 stelle ad un possibile governo col Pd (si parla già di Letta-bis). In effetti, perché il M5S dovrebbe dare la fiducia ad un governo politico in quota Pd dopo aver battuto in campagna elettorale sul “non faremmo alleanze con nessuno”? E, a maggio ragione, perché i grillini dovrebbero appoggiare i democrat dopo aver rifiutato la candidatura di Rodotà e quindi, aver aperto la strada per un inciucio alla luce del sole?
Dalla festa del Fatto Quotidiano in Versilia ha parlato sabato Fo, dopo la sua esibizione con un monologo su “cosa pensano di noi gli stranieri”. Il primo spettacolo senza Franca Rame. Sceso dal palco, il premio nobel per la letteratura (1997) ha dichiarato alla web tv del Fatto che non avrebbe “mai accettato la candidatura a senatore a vita” ma soprattutto ha parlato di politica: “Non credo assolutamente che ci sia una disponibilità da parte dei deputati e dei senatori M5S a far parte di un governo che non ha dato garanzie” ha detto Fo che nei mesi precedenti si è sempre dimostrato vicino al movimento di Beppe Grillo. “Questo governo sa solo rinviare” ha continuato l’attore “questi giocano a poker, col morto. Fanno i trucchi. Il pd dice: “dobbiamo accettare un compromesso su cui non siamo d’accordo per salvare la Nazione”. Questo è indegno. Non puoi giocare su un ricatto di questo genere.”
Sembra, quindi, da escludere un appoggio pentastellato ad un Letta-bis (se Berlusconi dovesse far cadere il governo). E se fosse solo per cambiare la legge elettorale ed andare subito al voto?
Giacomo Salvini