Visco: “L’instabilità politica ci preoccupa, ripresa a rischio”
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto stamane ad un convegno al ministero degli Esteri (dal titolo “The Exit from the Euro Crisis: Opportunities and Challenges of the Banking Union”), vede timidi segnali di ripresa economica ma lancia, contestualmente, l’allarme dell’instabilità politica.
“I tempi e la forza della ripresa sono ancora altamente incerti” anche se “gli ultimi indicatori — ha detto Visco — sono coerenti con un graduale miglioramento: il declino del prodotto interno lordo dovrebbe interrompersi nei prossimi mesi. Il rischio al ribasso di questo scenario è nelle preoccupazioni degli investitori per la possibile instabilità politica”. E, tenendo conto che il Pdl potrebbe ritirarsi dal governo già stasera dopo il voto della Giunta per le immunità sulla decadenza di Silvio Berlusconi, le parole del numero uno di Via Nazionale suonano come un ammonimento ben preciso.
L’analisi di Visco trova conferma negli ultimi dati pubblicati da Confesercenti, secondo cui la recessione è agli sgoccioli: se il 2013 si chiuderà con una contrazione del Pil dell’1,7%, nel 2014 dovrebbe finalmente materializzarsi la tanto attesa inversione di tendenza, con una crescita del prodotto interno lordo dell’1%.
Il governatore si concentra poi sulle politiche di austerity portate avanti dagli ultimi governi, rivendicandone la bontà: “L’aggiustamento di bilancio è stato indispensabile nei Paesi economicamente più fragili, tra cui l’Italia, per evitare il rischio di perdere accesso al mercato, cosa che avrebbe fatto precipitare la crisi”. Quindi “gli effetti negativi di breve periodo sull’economia erano il prezzo pagato per evitare conseguenze più serie”.
Il ragionamento di Visco, in sostanza, identifica la recessione di questi anni come un male necessario che ha scongiurato il default del nostro paese.
Il governatore tira anche le somme sulla salute delle nostre banche: “Gli istituti di credito italiani sono solidi, hanno mostrato una buona resistenza, ma la crisi del debito e due profonde recessioni hanno messo i loro bilanci sotto una forte pressione”. Le difficoltà maggiori si sono concentrate sulle “banche medio-piccole” che fanno riscontrato molte criticità “nella diversificazione del rischio e degli introiti”.
Visco, infine, indica la strada che le banche dovrebbero seguire per ricominciare a fare credito e a ridare ossigeno all’economia, vale a dire andare nella direzione di tagliare costi, dividendi e super compensi ai manager per destinare le risorse alle imprese in difficoltà.