Fact-checking di Pagella Politica: Mario Mauro e la missione italiana in Libano
Il ministro Mario Mauro ha dichiarato: “Noi siamo in Libano da 34 anni. Il nostro mandato è quello di dividere Hezbollah ed Israele”.
Pagella Politica ha verificato la veridicità della dichiarazione e si è espressa con un “Vero”.
Pagella Politica tocca le corde dell’attualità anche in politica estera e non si fa trovare impreparata. Con un possibile attacco contro Damasco alle porte, molti occhi sono puntati sul Libano, uno dei Paesi che più sta soffrendo, e che rischia di soffrire ancora di più a causa del conflitto interno siriano e degli oltre 700.000 rifugiati che hanno attraversato i suoi confini, nella speranza di trovare maggiore sicurezza nel Paese dei cedri (e che potrebbero diventare molti di più in caso di attacco). Il ministro della Difesa, Mario Mauro, intervistato dall’Huffington Post, esprime la sua preoccupazione per gli italiani impegnati nella missione Unifil dell’Onu. Scopriamo se il nostro ministro è preparato in tema di operazioni di pace.
La missione Unifil fu autorizzata con le risoluzioni Onu 425 e 426, adottate il 19 marzo 1978, a seguito della prima invasione israeliana del Libano, durata 5 giorni, col fine di creare una zona di sicurezza all’interno del Libano che evitasse ai villaggi israeliani più settentrionali di essere bersaglio di missili.
L’obiettivo di Unifil, derivato dalle due risoluzioni sopracitate, era di:
– confermare il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano;
– ristabilire la pace e sicurezza internazionale;
– assistere il governo libanese nel ristabilire la sua autorità nell’area interessata.
Dopo la terza guerra israelo-libanese del 2006 (o seconda, come viene definita in Israele), scaturita dal rapimento di due soldati israeliani da parte di Hezbollah, il mandato di Unifil è stato ampliato tramite la risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006. Ai precedenti obiettivi, si aggiungevano i seguenti compiti:
– monitorare la fine delle ostilità;
– accompagnare e supportare le forze armate libanesi nel loro dispiegamento nel sud del Libano, incluso lunga la Linea Blu, contestualmente al ritiro delle forze Israeliane;
– coordinare le sopracitate attività con i governi libanese e israeliano;
– estendere la sua assistenza alla popolazione civile così da assicurare il suo accesso agli aiuti umanitari e il volontario e sicuro ritorno delle persone che avevano dovuto abbandonare il loro luogo di residenza a causa della guerra;
– assistere le forze armate libanesi nella creazione di una area, compresa tra la Linea Blu e il fiume Litani, priva di personale armato (sia membri di Hezbollah che forze regolari Israeliane), equipaggiamenti militari e armi diverse da quelle del governo libanese e del personale di Unifil;
– assistere il governo libanese nell’assicurare il controllo delle frontiere e degli altri punti d’accesso al Paese al fine di prevenire l’entrata non autorizzata di armi o materiale assimilabile.
Come si evince dal penultimo punto, quindi, il ministro Mauro dice il giusto quando afferma che il mandato dell’Unifil è rivolto a dividere i membri del ‘Partito di Dio’ dall’esercito israeliano.
Sarà stato anche così preciso riguardo l’inizio della partecipazione italiana alla missione Onu? Sembra proprio di si. Le prime truppe dell’Unifil arrivarono in Libano il 23 marzo 1978, attingendo alle preesitenti United Nations Disengagement Observer Force e United Nations Emergency Force.
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