Il mercato del credito bancario in Italia segna ancora una volta il passo. E’ quanto emerge dal Bollettino Economico del mese di luglio pubblicato dalla Banca d’Italia.
In particolar modo, la flessione dei prestiti attraverso il canale bancario colpisce indistintamente le piccole e le medio-grandi imprese, con un calo rispettivamente pari al 4,4% e al 3,6%, considerando un arco temporale di dodici mesi terminanti a maggio.
I prestiti alle famiglie registrano inoltre una contrazione pari al 1,6%. L’allarme lanciato dall’istituto di Palazzo Koch fa il paio con il quadro a tinte fosche tracciato dall’Istat in merito alle previsioni di crescita del PIL, con un calo del Prodotto Interno Lordo nel secondo trimestre del 2013 pari allo 0,3% rispetto al trimestre precedente.
Come un circolo vizioso che si autoalimenta, la recessione si abbatte pesantemente sui bilanci bancari con un significativo aumento delle sofferenze, il cui tasso è cresciuto – secondo le stime di Bankitalia – del 2,8% nel primo trimestre 2013 per il complesso dei finanziamenti, ma del 4,5% per le sole imprese.
Eppure, le banche dell’Eurosistema hanno potuto beneficiare delle due ingenti iniezioni di liquidità predisposte dalla Banca Centrale Europea attraverso le due operazioni di Ltro (Long Term Refinancing Operation), con prestiti di durata triennale al tasso dell’1%.
Liquidità che, contrariamente a quanto ci si aspettava, sarebbe stata utilizzata dalle banche italiane, non già per sostenere le imprese e le famiglie in un periodo di drammatico deterioramento del quadro macroeconomico, ma per acquistare titoli del debito pubblico emessi dallo Stato italiano, o peggio sarebbe rimasta inutilizzata, parcheggiata sui conti deposito presso la Bce.
Ciò nonostante, la stessa Bce guidata da Mario Draghi, dopo aver ribadito che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora a lungo, non esclude la possibilità di lanciare una terza linea di Ltro.
Infatti, sulla base di un’analisi econometrica realizzata dalla stessa Bce (vedi Darracq-Paries M, De Santis R (2013), “A non-standard monetary policy shock. The Ecb’s 3-year ltros and shift in credit supply”), tale strumento di politica monetaria non convenzionale, volto a mitigare il rischio di liquidità e di finanziamento delle banche della zona euro, sarebbe associato a una crescita del Prodotto Interno Lordo e dei prestiti in favore degli operatori non finanziari, nonché a una riduzione dello spread applicato dalle banche sui prestiti.
Le eccezionali misure di politica monetaria varate dall’Eurotower – conclude il paper – potrebbero supportare le politiche di erogazione di credito da parte degli istituti bancari, così da evitare l’esaurirsi dell’offerta di credito. Tuttavia, alla luce dei dati diffusi da Banca d’Italia, una recessione oltre le attese e la percezione di rischio del credito delle banche hanno certamente impedito la corretta trasmissione della politica monetaria della Bce in Italia e nei paesi periferici dell’Unione Europea.