Disoccupazione giovanile: l’Europa deve fare di più
La garanzia per i giovani, che prevede la possibilità per i ragazzi sotto i 25 anni di svolgere un tirocinio, un lavoro o un periodo di formazione di qualità entro i primi quattro messi dalla laurea, non è sufficiente a contrastare la disoccupazione giovanile in Europa.
Standard per le retribuzioni, le condizioni e la sicurezza sul lavoro dei tirocinanti, eliminazione delle barriere agli stage transnazionali, allargamento della garanzia anche ai laureati sotto i trenta anni, finora dimenticati nei provvedimenti per i giovani.
Sono queste le principali misure che hanno chiesto i parlamentari UE nella votazione di due risoluzioni sulla disoccupazione giovanile. La risoluzione della commissione per la Cultura è stata approvata con 612 voti favorevoli, 55 contrari e 19 astensioni, mentre quella della commissione per l’Occupazione è passata con 517 voti favorevoli, 77 contrari e 86 astensioni.
Dalla discussione in plenaria è emersa l’esigenza di chiedere all’Unione Europea un maggiore impegno per contrastare la disoccupazione giovanile con una strategia globale ed efficace. La garanzia giovani dovrebbe essere estesa anche ai laureati sotto i 30 anni. Limite di età decisamente più ragionevole se si pensa anche solo all’età media dei laureati italiani.
“Al di là del sistema di garanzia per i giovani, gli sforzi per combattere la disoccupazione giovanile devono basarsi su una strategia globale, comprese le misure a sostegno delle PMI, promuovere l’imprenditorialità tra i giovani e ridurre l’insuccesso scolastico”: così la relatrice Joanna Katarzyna Skrydlewska del Partito Popolare Europeo.
Indispensabile è anche, secondo gli europarlamentari, ripensare sistemi di istruzione nazionali basandoli sulle reali esigenze del mercato del lavoro e riconoscendo il valore delle competenze acquisite attraverso stage, impegno nel sociale e volontariato. I laureati italiani nella maggior parte dei casi non hanno svolto un’esperienza pratica durante gli anni di studio: anche questo li rende meno competitivi rispetto ai coetanei di altri Paesi.
“Nell’Unione, la popolazione sotto i 25 anni si riduce e il tasso di disoccupazione cresce: segno che dobbiamo rispondere predisponendo politiche mirate ai giovani, come la Garanzia per i giovani ed Erasmus Plus – ha dichiarato al dibattito Silvia Costa dei Socialisti e Democratici – ma soprattutto occorre attivare politiche “più giovani”, cioè innovative, fondate sull’ampliamento delle competenze, l’uso delle nuove tecnologie, e su un nuovo impulso alla cultura, al turismo e allo sviluppo dei territori e dell’ambiente, estendendo il più possibile l’accesso alle opportunità offerte dalla nuova programmazione europea”.
Sempre Silvia Costa ha ricordato le cifre drammatiche della disoccupazione: il 13,2% di giovani europei sotto i 24 anni non studia né lavora e i giovani disoccupati in Europa sono quasi 6 milioni.
Un uso più efficiente delle risorse del bilancio europeo è tra le priorità, per Roberta Angelilli, eurodeputata del PPE e vicepresidente del Parlamento Europeo. Si tratta di 6 miliardi di euro disponibili da gennaio 2014, per non parlare, poi, degli 82 miliardi di fondi europei dell’attuale programmazione non ancora interamente utilizzati”.
I Giovani Italiani Bruxelles, autori di “Appello Giovane” – una lettera consegnata ai politici italiani sulla disoccupazione giovanile e la mancanza di opportunità nel nostro Paese – hanno espresso in una nota la necessità di inserire la Garanzia in un piano di misure “volte a concrete riforme strutturali che generino un ciclo positivo e virtuoso per l’occupazione”.
Le due risoluzioni sono accolte positivamente e la nota si augura che le istituzioni italiane siano in grado di reagire in modo adeguato per la loro attuazione.