Catalogna, catena umana per l’indipendenza
“Via catalana verso l’indipendenza”. Questo era lo slogan della manifestazione che ha avuto luogo martedì scorso in tutta la Catalogna, con l’obiettivo di reclamare a gran voce l’indipendenza della regione dallo stato spagnolo. In occasione dell’11 settembre, infatti, il popolo catalano celebra la Diada, giornata di commemorazione della caduta di Barcellona nelle mani dei Borboni, al tempo della guerra di successione spagnola (1714).
I manifestanti (400 mila quelli ufficialmente iscritti, ma più di 1,6 milioni secondo le istituzioni locali) si sono organizzati per formare una catena umana che attraversasse tutta la Catalogna congiungendone i due estremi più lontani, dal confine con la Francia fino a quello con la Comunità Valenciana, per un totale di 480 km. Epicentro dell’evento è stata ovviamente la città di Barcellona, capoluogo della comunità autonoma.
La manifestazione è stata organizzata dall’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) con lo scopo di tenere alta la tensione sopra il tema dell’indipendenza, sempre all’ordine del giorno in Catalogna, come anche in altre comunità autonome spagnole, tra cui i Paesi Baschi e la Galizia.
L’obiettivo degli organizzatori è che si tenga una consultazione popolare entro la fine del 2014 per mezzo della quale il popolo catalano possa esprimersi a favore o contro la secessione dalla Spagna. Un segnale forte, diretto in particolare al presidente della Catalogna, Artur Mas, che negli ultimi tempi sembra aver scelto la strada della trattativa con il premier Mariano Rajoy.
Secondo un recente sondaggio, il 52% dei catalani sarebbe favorevole all’indipendenza e solamente il 24% si dichiara contrario, mentre ben l’80% ritiene che la Catalogna, come qualunque altra comunità autonoma, dovrebbe avere il diritto di convocare un referendum per esprimersi sul tema dell’indipendenza dallo stato spagnolo.
Il sentimento indipendentista è andato via via crescendo nel corso degli ultimi anni, anche a causa della crisi economica. Oltre alle motivazioni di natura culturale e linguistica e a una buona dose di rancore accumulato dai tempi del franchismo, a spostare consensi è soprattutto la questione fiscale, cavallo di battaglia dei partiti indipendentisti, che dipingono il governo di Madrid come la fonte di tutti i problemi economici della Catalogna.