Nell’inferno di Lubiana, l’Italia di coach Pianigiani conclude l’incredibile serie di vittorie e ottiene la prima sconfitta degli Europei contro i padroni di casa della Slovenia.
Di fronte a più di diecimila tifosi la Slovenia impartisce una vera e propria lezione di forza ai nostri azzurri, incapaci di reggere l’onda d’urto del tifo di casa. Eppure nel primo quarto Belinelli e compagni riescono a tener testa agli sloveni praticando un basket aggressivo e ordinato. La stella dei San Antonio Spurs, autore di un Europeo sublime, decide di caricarsi la squadra sulle spalle e dirige le azioni d’attacco senza timori reverenziali. Dopo i primi dieci minuti il risultato parla chiaro: 18-21 per gli ospiti. L’Italia però non ha fatto i conti con due fattori decisivi: la superiore forza fisica della Slovenia e l’entusiasmo del pubblico di casa. I nostri avversari cominciano ad imporre minuto dopo minuto la loro fisicità e i lunghi italiani stentano a recuperare i rimbalzi. Il cambio di marcia imposto dagli sloveni nel secondo quarto segna l’intera partita.
Spinti dai fratelli Dragic i padroni di casa impongono un clamoroso break di 27 a 18 e assestano un colpo micidiale alle speranze azzurre. La squadra di Pianigiani va completamente nel pallone: falli ingenui, numerose palle perse e inutili forzature nei tiri da tre conducono ad un pesantissimo passivo. La Slovenia, sfruttando i numerosissimi rimbalzi in attacco, ha sempre a disposizione più di un possesso per andare a segno. Il quintetto azzurro concede troppi centimetri agli avversari e nessuna strategia studiata da Simone Pianigiani serve a fermare l’avanzata slovena. Il secondo tempo si dimostra più equilibrato del primo, ma oramai la frittata è fatta: dopo il terzo parziale lo svantaggio rimane immutato e la Slovenia dimostra di saper gestire senza patemi la partita.
Nell’ultimo quarto l’Italia tenta il tutto per tutto. Nonostante un Belinelli che, dopo un buon inizio, non riesce ad incidere minimamente sul gioco d’attacco gli azzurri provano a riaprire i giochi. A trascinare la squadra ci pensa Alessandro Gentile, giovane sfrontato capace di entrare dalla panchina e travolgere gli avversari con la propria faccia tosta. Gentile combatte come un leone e riesce a ridare entusiasmo ai propri compagni. Datome, Aradori, Diener, Cinciarini, Cusin: ognuno cerca di gettare il cuore oltre l’ostacolo per regalare ai tifosi una vittoria ormai insperata.
Nel momento di massima speranza però arriva la mazzata finale: a tre minuti dal termine l’Italia ha la possibilità di portarsi ad un solo possesso di svantaggio. Cusin raccoglie il rimbalzo e cerca di servire subito Belinelli, ma il passaggio viene intercettato e il pubblico sloveno può esplodere per la facile realizzazione del solito Dragic. Stanchi e demoralizzati gli italiani concludono la partita perdendo per 84 a 77. La prima sconfitta subita però non può spezzare il sogno azzurro: vincendo con la Croazia si può ancora sperare nella qualificazione alle fasi finali.
Il tonfo di Lubiana pesa come un macigno, ma questo gruppo ha forza a sufficienza per rialzarsi.