La Corte di giustizia europea: “I bandi devono essere scritti in tutte le lingue dell’Ue”
Nella stesura dei bandi concorsuali per l’assunzione presso l’amministrazione Ue, Bruxelles non può tralasciare le lingue ufficiali dell’Unione diverse dall’inglese, dal francese e dal tedesco: l’ha deciso ieri il Tribunale del Lussemburgo.
La Corte di giustizia europea – di cui fa parte l’organo giudicante lussemburghese – ha infatti accolto un ricorso dell’Italia, che chiedeva di annullare alcuni bandi di concorso per le istituzioni Ue, pubblicati nei mesi scorsi. Tuttavia i giudici hanno fatto sapere che i risultati dei bandi in questione “restano comunque validi in applicazione del principio del «legittimo affidamento» dei candidati prescelti”.
Il Tribunale contesta alla Commissione Ue l’utilizzo delle sole tre lingue ufficiali dell’Unione a livello amministrativo. Questa decisione – si legge nella sentenza – favorisce i candidati madrelingua inglesi, francesi e tedeschi, violando palesemente alcune norme contenute nella Carta dei diritti fondamentali e nello Statuto dei funzionari dell’Unione.
Inoltre i giudici della Corte ritengono “non giustificabile” l’utilizzo delle tre lingue anche per le comunicazioni con gli aspiranti dipendenti.
Dunque l’EPSO – l’organismo responsabile del reclutamento nelle carriere europee – si trova costretta ad applicare al più presto la sentenza del Tribunale.
Si tratta, forse, di una vittoria dei “confederalisti” europei?
Fabrizio Neironi