Voci, solo voci per il momento. Ma secondo qualcuno sempre più insistenti. Perché, se un gruppo di senatori davvero fosse pronto ad abbandonare i banchi del MoVimento 5 Selle, è proprio a Sel che guarderebbe. Non per aderirvi, certamente, ma per formare un gruppo autonomo insieme.
Una notizia del genere – è il Corriere a parlarne – non potrebbe che peggiorare i rapporti tra Beppe Grillo e Nichi Vendola, già tesi in passato.
Le cronache registrano, infatti, i periodo in cui il leader del M5S accusava il governatore della Puglia di “fare affari con Emma Marcegaglia e don Luigi Verzè”, mentre dalle parti di Sel si dedicava alla delegittimazione degli “urlatori dell’antipolitica”.
Ora i due soggetti politici siedono all’opposizione, ma qualcosa potrebbe cambiare in fretta. Alla Camera, per dire, si parla con quasi certezza di almeno un deputato M5S pronto a unirsi a coloro che hanno già lasciato il gruppo a 5 Stelle (Adriano Zaccagnini, Vincenza Labriola e Alessandro Furnari), arrivando allo stesso numero con cui è stato concesso al Psi di formare una componente del gruppo misto.
Con le valigie in mano, secondo il Corriere, a Montecitorio potrebbe esserci qualcuno tra Alessio Tacconi, Paola Pinna, Walter Rizzetto, Ivan Catalano, Gessica Rostellato, Marta Grande e Tancredi Turco (fresco di dichiarazioni pro Pd al Secolo XIX).
A Palazzo Madama, invece, sarebbero sempre alcuni interni al MoVimento pronti a sostenere che Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino, Lorenzo Battista e (forse) Alessandra Bencini sarebbero pronti a lasciare il gruppo. Ora, se così fosse, i 7 senatori di Sel, più l’ex M5S Adele Gambaro e altri due o tre in uscita dallo stesso MoVimento potrebbero costituire un nuovo gruppo autonomo al Senato. Non si tratta solo di conti da pallottoliere: i contatti ci sarebbero, anche recentissimi.
Probabilmente il passo – se ci sarà – avverrà solo quando ci sarà un’occasione politica ben definita, magari coincidente con la caduta del governo Letta e la possibilità di appoggiare un nuovo esecutivo che porti avanti almeno parzialmente il programma che è sempre stato dei 5 Stelle. Questo, per lo meno, metterebbe al riparo i “transfughi” da critiche circa un cambio di casacca “per interessi”.
Gabriele Maestri