Consumo energia: i dati Terna 2012
La recente pubblicazione dei dati statistici Terna sul dettaglio della produzione e del consumo di energia elettrica per l’anno 2012 mostra uno scenario decisamente complesso, che offre spunti di analisi sia sull’andamento generale dell’economia del Paese, sia su politiche energetiche impostate a livello regionale, pur nell’ottica di un piano strategico di approvvigionamento dell’energia di livello nazionale, di forte impatto economico – inteso come autosufficienza energetica – ed ecologico – inteso come diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
A questo link è disponibile la serie storica dei dati a partire dall’anno 1997, il primo per cui Terna ha pubblicato questa tipologia di report.
Andamento del fabbisogno energetico percentuale 1997-2012 (Italia e macroregioni) |
Come si vede dal grafico, l’Italia si mantiene anche nel 2012 un paese importatore di energia, con una produzione stabile da anni tra l’85% ed il 90% del fabbisogno.
Tale andamento, tuttavia, è frutto di evoluzioni anche molto diverse tra loro tra le varie aree del paese, qui raggruppate in macroregioni.
- Il nord-ovest è l’area del Paese più vicina, almeno negli ultimi anni, alla media nazionale. Area peggiore del Paese fino al 2004, ha saputo tra il 2003 ed il 2005 aumentare di quasi il 20% la propria produzione energetica. Il 2012 è tuttavia un anno negativo per quest’area del Paese, che per la prima volta dal 2004 scende sotto l’80% di copertura del proprio fabbisogno.
- Il nord-est, che negli anni ’90 produceva oltre il 90% dell’energia che consumava, ha subito un tracollo energetico tra il 2004 ed il 2005, a seguito del quale ha mostrato valori tendenzialmente stabili intorno al 75%.
- Il centro, che fino al 2003 era un’area in sostanziale pareggio energetico, ha visto con l’inizio del nuovo millennio un calo di produzione enorme cpnsumarsi nell’arco di un decennio (-40% tra il 1999 ed il 2008), seguito tuttavia da incoraggianti segnali di ripresa negli ultimi anni, confermati anche nel 2012.
- Il sud ha seguito invece uno sviluppo inverso, proponendosi negli anni come il motore energetico del Paese; pur in un contesto di flessione negli ultimi due anni, si tratta di gran lunga dell’area del Paese con il maggior suplus energetico, valutabile intorno al 120% del consumo.
- Le isole, infine, sono l’area del Paese più costante e stabile nel tempo, da sempre in surplus energetico. È relativamente importante segnalare come il valore del 2012 sia il secondo più alto della serie storica nonché il primo dal 2002 a superare la soglia psicologica del 100%.
Il fatto che l’andamento nazionale sia incentrato su un trend tutto sommato stabile è indice di come sia in termini di volontà politica, sia in termini di potenzialità tecniche – legate a rotazioni tra gli impianti, guasti e altro – la soglia dell’85% di produzione rispetto al consumo sia espressione delle effettive possibilità produttive del Paese.
È tuttavia interessante osservare come, considerando le soglie produttive massime a livello regionale della serie storica si sarebbe ottenuta una produzione pari al 109% del fabbisogno energetico 2012, trasformando quindi il Paese in un potenziale esportatore di energia.
Non sembra quindi essere tanto un problema di fonti, quanto piuttosto uno di dispacciamento, come se l’85% del fabbisogno fosse il massimo che la rete di distribuzione può sopportare.
Il 2012 si evidenzia in ogni caso come un anno di consumi in calo, interrompendo bruscamente la crescita intrapresa tra il 2010 ed il 2011 che aveva riportato il Paese quasi ai livelli precedenti alla crisi economica.
Bilancio energetico regionale 2012 |
(Per continuare la lettura cliccate su “2”)